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Bollette: 4 milioni di truffe per il cambio operatore

di Anna Fabi

22 Maggio 2023 12:34

I raggiri più comuni avvengono tramite telefonate che propongo offerte fasulle, email che chiedono dati personali e visite a domicilio di falsi operatori.

Non dare mai il proprio consenso a offerte telefoniche, non fornire mai i propri dati (men che meno i codici Pod e Pdr che identificano le proprie bollette) e denunciare sempre le truffe,  numerose e in forte aumento (ed è questa la notizia): sono stati 4 milioni gli italiani vittima di raggiri legati alle bollette di luce e gas nell’ultimo anno, con un incremento del 28% rispetto a quello precedente.

Utenze: vittime di frodi i giovani istruiti

I dati sono contenuti in un’indagine di mUp Research e Norstat commissionata da Facile.it, che insieme all’associazione Consumerismo No Profit ha dato vita al progetto Stop alle Truffe.

Il danno economico per i consumatori stimato dall’indagine in relazione alle truffe sulle utenze nel corso del 2022 è pari a 1,2 miliardi di euro (+152%). Non solo: in base alla ricerca ci sono 2,3 milioni di persone che non hanno denunciato le truffe subite, non rientrando quindi nella casistica ufficiale. Il danno reale, quindi, è molto più ingente di quello fotografato dai numeri.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i più colpiti da queste truffe non sono gli anziani ma persone fra 35 e 44 anni con un elevato grado di istruzione.

Come rispondere ai tentativi di raggiro

Sul portale Stopalletruffe.it ci sono una serie di strumenti utilizzabili per evitare di cadere vittima di questi raggiri. Per prima cosa vengono spiegate le metodologie più comuni per portare avanti le frodi: telefonate da call center che propongono offerte, visite a domicilio di falsi operatori, email che chiedono dati personali.

Un classico esempio di truffa è l’avviso da parte del sedicente operatore di un imminente aumento dei prezzi: in questo caso, bisogna sempre diffidare, perché il fornire di energia comunica tali aumenti soltanto per iscritto o comunque canali ufficiali, normalmente utilizzati per le comunicazioni con il cliente. La regola d’oro è quella di non dare seguito alla conversazione quando si ricevono visite o telefonate di questo tipo. In tutti questi casi, ad ogni modo, la soluzione è sempre quella di rifiutare, non impegnarsi a fare nulla (neanche verbalmente al telefono) e, soprattutto, non fornire mai nessun dato.

Se si è in dubbio sulla veridicità e affidabilità della proposta, si può consultare l’elenco degli operatori autorizzati sul sito ARERA.

Se invece ci si accorge di aver firmato un contratto a condizioni diverse da quelle proposte, se si è in grado di dimostrare che la firma è stata estorta con l’inganno (o se addirittura è una firma falsa), si può disconoscere il contratto inviando un reclamo senza pagare la nuova bolletta, oppure sporgere denuncia alle autorità competenti e segnalare ad AGCM e ARERA (nel caso di utenze).

Denunciare conviene sempre

Altro consiglio: denunciare le truffe. Spesso questo non viene fatto perché chi ha subito l’imbroglio si vergogna, o semplicemente perché il danno economico alla fine è esiguo e si preferisce soprassedere per evitare fastidi. Secondo l’indagine, addirittura, le mancate denunce avvengono in sei casi su dieci.

Tuttavia, questo comporta l’impossibilità di perseguire i malfattori e di recuperare il maltolto. La denuncia si effettua rivolgendosi alla Polizia Postale, che è l’organo deputato a raccogliere le segnalazioni di truffe informatiche e digitali, o al commissariato di Polizia se il raggiro è avvenuto tramite telefono o porta a porta.