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L’Elite va a mille

di Wall Street Italia

Pubblicato 4 Settembre 2018
Aggiornato 4 Ottobre 2018 10:07

Da oltre sei anni il progetto mette in contatto le PMI con il mondo dei capitali. L’IPO? Non è l’unico obiettivo.

L’esercito delle PMI del progetto Elite si prepara a superare quota mille. È questo l’obiettivo del piano lanciato da Borsa Italiana per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese. È il 2012 quando, nel mezzo della crisi economica, viene messo a punto il programma Elite dedicato alle imprese ad alto potenziale per supportarne lo sviluppo e l’internazionalizzazione, sostenendole nella ricerca di canali di finanziamento alternativi a quello bancario.

La crescita di Elite, che oggi è una società indipendente e che lo scorso anno ha aperto le porte del suo capitale alla Cassa depositi e prestiti e Nuo capital (holding di investimenti promossa dalla famiglia cinese Pao Cheng), emerge dai numeri: da 30 a oltre 900 aziende che provengono da 33 Paesi (583 le rappresentanti italiane), per un fatturato aggregato di quasi 67 miliardi di euro.

L’idea di Elite non è cambiata: guidare le imprese già orientate alla crescita in un percorso di formazione finanziaria e aziendale, mettendo a disposizione una piattaforma di strumenti e servizi con l’obiettivo di favorire lo sviluppo organizzativo e manageriale. La missione: renderle più competitive e più attraenti agli occhi degli investitori grazie a una maggiore trasparenza ed efficienza gestionale.

Non solo dunque una palestra in vista della Borsa ma un vero e proprio ritorno sui banchi di scuola per conoscere e sfruttare al meglio il mondo finanziario. Come afferma Marta Testi, head of Elite Growth Italy & Europe:

Essere Elite oggi significa essere parte di un network di eccellenza in cui aziende ambiziose sono in continuo contatto e relazione con realtà imprenditoriali eccellenti come loro, con le competenze degli oltre 200 advisor parte dell’ecosistema che ruota intorno a Borsa Italiana e con gli oltre 200 investitori parte della community con l’obiettivo di poter un giorno investire in queste realtà.

I cinque vantaggi di essere Elite

Le aziende che ne fanno parte possono contare sull’accesso a un network nazionale e internazionale che include advisor, investitori, esperti, imprenditori e istituzioni; su un ‘ingaggio anticipato’ con gli investitori per favorire l’accesso ai capitali da molteplici fonti e più appropriate al business; sull’interazione, condivisione di esperienze e learning tra aziende con obiettivi di crescita comuni; sullo sviluppo di competenze per prendere decisioni di business e di finanziamento e dare visibilità al proprio profilo aziendale nei confronti della comunità industriale, finanziaria. Gli imprenditori scelgono Elite per confrontarsi con società simili, strutturare il percorso di crescita in modo più professionale, attrarre manager ma anche per accedere a forme di finanza a supporto della crescita, dal debito all’equity.

Per essere una di loro è necessario avere un adeguato mix di requisiti qualitativi e quantitativi. Un buon progetto di crescita è il punto di partenza. La società deve avere un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, un risultato operativo maggiore al 5% dei ricavi e l’ultimo bilancio in utile.

Questi parametri non sono però rigidi – precisa Testi -, in caso di società partecipate da un fondo di private equity o che abbiano avuto un investimento in capitale di sviluppo negli ultimi 18 mesi, Elite può derogare su uno o più di questi requisiti.

Si guarda, poi, ai piani di crescita futuri e si verifica il profilo reputazionale degli azionisti e del management.

Al termine del percorso (che dura circa due anni) le aziende rimangono in Elite e non perdono il loro “status”. Vengono coinvolte in iniziative di networking, visibilità e mantengono un canale diretto con Borsa Italiana.

Le aziende sono cresciute sia in termini dimensionali, anche grazie a processi di m&a, sia dal punto di vista della profittabilità.

C’è stato un grande dinamismo anche nell’utilizzo di strumenti di corporate finance, dalle acquisizioni, alle emissioni obbligazionarie, all’ingresso di private equity nel capitale, fino alla quotazione”.

Elite si è evoluta in termini di nuove iniziative. È stato semplificato il processo di raccolta dei capitali per le società della community con il lancio di “Elite club deal”, la piattaforma online per il private placement. Le aziende possono così entrare in contatto con investitori istituzionali e professionali, private equity e venture capitalist. Ed è stato lanciato “Spac in cloud”, Elite Lounge ed Elite Basket Bond.

La quotazione è solo uno degli obiettivi

Sono 19 le società Elite che si sono quotate, di cui 14 in Italia: l’ultima è stata Monnalisa.

Elite nasce per ridurre la distanza tra società private e quotate in termini di preparazione e struttura interna per accedere agli strumenti di finanza alternativa.

I capitali possono essere raggiunti con operazioni sul mercato dei capitali, la quotazione o sotto forma di private placement e club deal. Sono molte le società che hanno annunciato l’interesse a quotarsi.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del mensile Wall Street Italia