ISTAT: retribuzioni ferme, gap record tra salari e prezzi

di Francesca Vinciarelli

24 Aprile 2012 14:30

Cresce il gap tra retribuzioni e inflazione, e su base mensile i salari restano fermi: l'analisi ISTAT per comparti e settori.

Cresce il gap in termini di crescita su base annua tra retribuzioni contrattuali orarie inflazione: +1,2% contro +3,3% per un differenza del 2,1%, il divario tra salari e prezzi più ampio dall’agosto del 1995.

Ad evidenziare il dato è l’ISTAT, che sottolinea: in Italia le retribuzioni orarie a marzo sono salite su base annua, ma rispetto al mese di febbraio è tutto fermo. Rispetto al primo trimestre 2011 la retribuzione è cresciuta quest’anno del +1,3%.

In ogni caso la crescita tendenziale è la più bassa dal 1983.

Retribuzioni nel pubblico e nel privato

Entrando nello specifico delle varie componenti che determinano il totale delle retribuzioni orarie contrattuali, per i dipendenti del settore privato queste sono cresciute del +1,7%, mentre nel pubblico non ci sono stati aumenti.

Analisi per settore

A livello settoriale crescono principalmente il tessile, l’abbigliamento e la lavorazione di pellame (+2,9%), a seguire il chimico, i comparti di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e le telecomunicazioni tutti con un +2,7%. Nessun aumento nel settore agricolo, né in quelli del credito e delle assicurazioni.

Contratti in attesa di rinnovo

Il 67,4% dei dipendenti a livello nazionale (8,8 milioni di dipendenti) alla fine di marzo, quando risultavano in vigore 42 accordi, era impiegato con uno dei contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica, contribuendo per il 61,8% al monte retributivo totale.

Sempre a fine marzo praticamente un dipendente su tre (32,6%) era in attesa di rinnovo del contratto, per un totale di 36 contratti in attesa di rinnovo di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione. La percentuale di lavoratori in attesa di rinnovo scende al 12,3% analizzando il solo settore privato. Un’attesa che in media si protrae per 27 mesi sia nel pubblico che nel privato.