Presentata ufficialmente a Milano la V edizione del BioForum (1-2 ottobre) e e la IV edizione del Nanoforum (17-18 settembre), eventi dedicati agli sviluppi dell’industria italiana delle biotecnologie e nanotecnologie.
Due settori in cui il nostro Paese ha accumulato negli anni notevoli ritardi, ma in cui sta ora recuperando terreno. A confermarlo, i dati diffusi nell’ambito della presentazione.
Le cifre si riferiscono, per il settore biotech nazionale, al rapporto “Biotecnologie in Italia 2008” di Blossom Associati e Assobiotec, che si basa sull’analisi di 228 imprese, le quali impiegano assieme un quarto del totale dei 26.000 addetti in Ricerca e Sviluppo e hanno incrementato il proprio fatturato dell’11% nell’ultimo anno, raggiungendo i 4,8 miliardi di euro di fatturato e investito circa 1,3 miliardi in R&S.
Per quanto concerne il mercato delle nanotecnologie, invece, si prevede una crescita annua per i prossimi 12-15 anni del 40%. Secondo le stime del Centro per la Crescita Economica del Regno Unito, tra circa due anni si avrà la seguente distribuzione del valore dell’industria a livello mondiale delle nanotecnologie: materiali da 400 a 440 miliardi di dollari; strumenti e attrezzature da 340 a 360; nanobiotecnologie da 170 a 210; tra 65 e 90 per tutte le altre attività legate allo sviluppo delle nanotecnologie
A far ben sperare per l’andamento economico dei due settori applicativi in Italia è il rapporto qualità/costo che risulta essere tra i migliori a livello mondiale per quanto riguarda la ricerca scientifica.
Relativamente ai meccanismi di trasferimento tecnologico tra i laboratori e le imprese, c’è invece ancora molta strada da fare.