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Esodati, nona Salvaguardia alla Camera

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Settembre 2017
Aggiornato 29 Settembre 2017 17:22

Richieste per una nona salvaguardia esodati: risoluzioni sul caso postali, proposta sindacale in ambito Riforma Pensioni due e Legge di Bilancio 2018.

Spunta l’ipotesi di una nona salvaguardia esodati, con due risoluzioni presentate in commissione Lavoro alla Camera che riguardano in particolare le lavoratrici postali. E anche da parte di Cgil, Cisl e Uil c’è la richiesta di risolvere definitivamente la questione di coloro che sono rimasti senza lavoro e senza pensione dopo la Riforma Fornero di fine 2011: nel documento unitario presentato al Governo nell’ambito della fase due di trattativa sulla Riforma pensione è contenuta la richiesta di verificare le risorse ancora disponibili per Opzione Donna e salvaguardie esodati per risolvere le questioni ancora aperte.

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Nona Salvaguardia

Le due risoluzioni presentate in commissione a Montecitorio riguardano proprio una problematica irrisolta, relativa alle lavoratrici postali che hanno sottoscritto accordi di incentivo all’esodo nel luglio 2011, quando la normativa consentiva loro di andare in pensione a 60 anni. Il successivo allungamento dell’età pensionabile disposto dalla Riforma Fornero ha impedito loro di agganciare l’assegno previdenziale, e non sono mai entrate in nessuna salvaguardia perché la decorrenza della pensione è successiva al 6 gennaio 2019. Si tratta di circa 40 lavoratrici, che hanno firmato due diverse tipologie di accordi di esodo: dimissioni del genitore in cambio dell’assunzione a tempo indeterminato di un figlio, oppure incentivo economico per coprire il periodo mancante alla pensione.

Si tratta di lavoratrici che non hanno la contribuzione necessaria per agganciare forme di pensione anticipata, come l’Opzione Donna, e che quindi devono attendere la pensione di vecchiaia. Lo stanziamento previsto nel DEF per il settore previdenziale dovrebbe riuscire ad includere fra le categorie beneficiarie anche queste esodate postali, fortemente penalizzate dall’allora accordo stipulato con Poste Italiane (incentivo all’esodo) , che nel 2011 era tra le altre cose una società  partecipata al 65% dal Ministero del Tesoro.

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Alle proposte di risolvere questo caso, presentate da Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia) e Roberto Simonetti (Lega Nord), ha risposto positivamente Maria Luisa Gnecchi (PD), annunciando la presentazione di un’altra risoluzione, da discutere congiuntamente a quelle dei colleghi. Analogo impegno è stato chiesto dal gruppo PD del Senato (interrogazione Angioni).

Ottava salvaguardia

Gnecchi ha anche ricordato che i dati INPS sull’ottava salvaguardia (monitoraggio aggiornato a settembre 2017) confermano che le risorse destinate al provvedimento sono state sovradimensionate, ma che non è possibile al momento definire con precisione la platea di lavoratori ancora da salvaguardare. E ha di conseguenza annunciato che la risoluzione chiederà di risolvere il problema esodati destinando nuove risorse nella Legge di Bilancio 2018, sollecitando al contempo una riflessione sui motivi per cui le previsioni di spesa sui precedenti provvedimenti di salvaguardia siano state spesso inesatte.

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Per quanto riguarda il monitoraggio INPS aggiornato a settembre, nell’ambito dell’ottava salvaguardia (che, lo ricordiamo, è pensata per una platea di 30mila 770 esodati), sono state presentate oltre 34mila domande, di cui 18mila 900 respinte, mentre sono oltre 13mila quelle accolte. Sono già state liquidate circa 5mila pensioni.