
Vorrei sapere se, con l’aumento perequativo della pensione, l’IRPEF viene considerata al lordo o al netto e quali voci vengono considerate. Godo di due pensioni (una lavorativa e una di un ente diverso per causa di servizio) per un totale di 2061,99 euro.
L’imponibile IRPEF è rappresentato dalla pensione lorda. Nel suo caso, dalla somma dei due trattamenti che percepisce. Per stabilire in quale scaglione ricade, deve basarsi sulla sua pensione lorda annua.
Il meccanismo della tassazione IRPEF prevede l’applicazione progressiva delle aliquote sulla parte di reddito che eccede lo scaglione inferiore. In parole semplici, lei deve calcolare il 23% sulla parte di reddito fino a 15mila euro e il 25% su quella sopra i 15mila euro. E così via.
In base a quel che scrive, lei dovrebbe ricadere nel secondo scaglione IRPEF, che comprende i redditi fra 15mila e 28mila euro e prevede l’applicazione di un’aliquota fiscale del 25%. Se invece il suo reddito lordo superasse i 28mila euro, allora ricadrebbe nel terzo scaglione, con aliquota al 35%.
Ai fini impositivi rileva la pensione lorda, per cui deve sommare anche eventuali altre entrate. Tenga presente, comunque, che il cedolino della pensione segnala l’imponibile IRPEF.
Colgo l’occasione per sottolineare un aspetto relativo alla perequazione delle pensioni per chi, come lei, percepisce due trattamenti previdenziali. Per calcolare l’adeguamento si considerano come un unico trattamento. Lo spiega la circolare INPS 20/2023: «la rivalutazione viene attribuita sulla base del cosiddetto cumulo perequativo, considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare, erogate dall’INPS e dagli altri Enti, presenti nel Casellario centrale delle pensioni».
La somma dei trattamenti che lei indica, pari a 2.061,99 euro, è inferiore a quattro volte il minimo, quindi rientra nel range di applicazione della rivalutazione piena. In parole semplici, le sue due pensioni, complessivamente, si rivalutano del 7,3%. Ricadendo lei nella fascia di perequazione al 100%, dovrebbe aver già ricevuto da gennaio i trattamenti rivalutati. Per le pensioni sopra le quattro volte il minimo, invece, l’INPS paga la rivalutazione con il cedolino di marzo, riconoscendo gli arretrati di gennaio e febbraio.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz