Pensione di invalidità e trattenute in busta paga

Risposta di Barbara Weisz

Pubblicato 12 Febbraio 2020
Aggiornato 22 Giugno 2022 13:04

Roberto chiede:

Sono titolare di pensione di categoria IO (invalidità ordinaria da lavoratore dipendente). Svolgo un lavoro dipendente quindi in base al divieto di cumulo il mio datore di lavoro mi trattiene giornalmente € 10,76. Chiedo cortesemente qualche chiarimento:
1. Il mio stipendio non è fisso ma mensilmente varia in base alle ore effettivamente lavorate. La quota che il datore di lavoro mi detrae è fissa o cambia ogni anno in base al reddito percepito nell’anno precedente? Dobbiamo comunicare all’INPS i redditi dell’anno precedente per ricalcolare la quota ogni anno?
2. La quota giornaliera deve essere detratta anche nei periodi di malattia? Durante la malattia io percepisco solo l’indennità di malattia pagata dall’INPS con le percentuali fissate dall’INPS (50% per i primi 20 giorni e il 66,6% per i successivi). Il datore di lavoro NON integra questo importo. Dal momento quindi che la busta paga è più bassa rispetto a quando lavoro, la quota giornaliera da detrarre deve essere sempre di € 10,76 o dobbiamo chiedere all’INPS di ricalcolarla? O il conguaglio ci sarà con la dichiarazione dei redditi?
3. Quest’anno avrò 40 anni di contributi. Con 40 anni di contributi la quota giornaliera non deve essere più detratta. In quell’occasione sarà l’INPS autonomamente a comunicarci che il datore di lavoro non dovrà più detrarre nulla o dobbiamo presentare apposita domanda a INPS che rifarà i conteggi da presentare al datore di lavoro?
Grazie.

Cerco di rispondere correttamente a tutte le domande. La quota che le viene trattenuta è in percentuale rispetto al suo stipendio. La decurtazione scatta solo sopra determinati tetti di stipendio e in base alla somma che lei percepisce in qualità di invalidità ordinaria.

Non ho una risposta certa alla seconda domanda (relativa alla quota nei periodi di malattia), che è molto specifica: le consiglio per sicurezza di chiedere all’INPS. Mi sembra possibile che la regola sia la stessa, e che di conseguenza la decurtazione dipenda eventualmente dai relativi importi, ma è solo un’opinione.

Le confermo, infine, che sopra i 40 anni di contributi la pensione diventa interamente cumulabile, di conseguenza non ci sarà più nessuna decurtazione dell’assegno. Su questo aspetto, trova tutti i dettagli nella circolare INPS 197/2003.

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Risposta di Barbara Weisz