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Reddito di Cittadinanza 2022: decalage e revoca al secondo rifiuto

di Anna Fabi

Pubblicato 3 Gennaio 2022
Aggiornato 20 Aprile 2022 18:42

Novità 2022 in Legge di Bilancio sul Reddito di Cittadinanza: revoca al secondo rifiuto di impiego, più controlli e spazio alle agenzie per il lavoro.

Le novità sul Reddito di Cittadinanza inserite in Manovra, in vigore dal 1° gennaio 2022, rendono più stringente il collegamento con la ricerca di lavoro, inasprendo i paletti sul rifiuto di offerte di lavoro ed abolendo il ricorso ai Navigator per la ricerca attiva di impiego, introducendo invece la possibilità di fare intermediazione per i beneficiari del RdC. Vediamo tutte le novità inserite in Legge di Bilancio.

Requisiti di accesso

L’impianto generale del Reddito di Cittadinanza resta invariato per quanto concerne le condizioni di accesso, con la previsione di nuovi controlli (rispetto a quelli preventivi e in corso di prestazione già previsti) soltanto per chi possiede beni all’estero. I requisiti per ottenere il RdC restano quelli indicati nell’articolo 2 del decreto 4/2019:

  • cittadini italiani o UE, titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia da almeno dieci anni,
  • ISEE fino a 9.360 euro, patrimonio immobiliare fino a 30mila euro,
  • patrimonio mobiliare fino a 6mila euro a cui si aggiungono 2mila euro per ogni componente successivo al primo, fino a un massimo di 10mila euro, e mille euro per ogni figlio successivo al secondo (con ulteriori regole per i nuclei in cui ci sono persone con disabilità), reddito familiare fino a 6mila euro rapportato alla scala di equivalenza;
  • paletti specifici legati al possesso di determinati beni (auto, moto, imbarcazioni).

=> Calcolo Reddito di Cittadinanza

Offerte di lavoro

Per il 2022, invece, in Manovra ci sono diverse novità per quanto riguarda gli obblighi legati alla ricerca di lavoro. In particolare, scatta la revoca del Reddito di Cittadinanza dopo il rifiuto di due proposte di lavoro congrue, mentre in precedenza il limite massimo era costituito da tre rifiuti. Viene poi meglio definito il concetto di congruità in relazione alla distanza del luogo di lavoro da casa. Nel dettaglio:

  1. la prima offerta è congrua entro 80 km dalla residenza o comunque se raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici,
  2. la seconda offerta è congrua ovunque sia localizzata nel territorio italiano (per famiglie con disabili, deve rimanere entro i 100 km da casa).

NB: è stata introdotta una nuova fattispecie, per cui se l’offerta di lavoro è a tempo determinato, per essere congrua deve essere sempre entro 80 km da casa (sia la prima sia la seconda offerta). La formulazione precedente prevedeva che la prima offerta fosse congrua entro 100 km da casa se arrivava entro i primi 12 mesi di RdC, o entro 250 km dopo 12 mesi. Questa differenziazione temporale (primo anno di sussidio) è stata eliminata.

Taglio assegno

Al rifiuto delle offerte di lavoro viene collegato un meccanismo di riduzione del reddito di cittadinanza, il cosiddetto decalage. Dal primo gennaio 2022, il beneficio economico (massimo 780 euro) viene tagliato di 5 euro al mese a partire da quello successivo all’eventuale rifiuto di un’offerta di lavoro congrua. La riduzione si interrompe nel momento in cui un componente familiare avvia un’attività di lavoro dipendente o autonomo per almeno un mese continuativo: dal mese successivo l’assegno torna ad essere determinato con le modalità ordinarie.  Ci sono  comunque una serie di esclusioni dal meccanismo di decalage:

  • nuclei beneficiari di un RdC inferiore ad almeno 300 euro al mese, moltiplicato per la scala di equivalenza.
  • nuclei familiari in cui è presente almeno un minore di tre anni o una persona con disabilità grave o non autosufficienza;
  • nuclei composti esclusivamente da componenti non tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza.

Patto per il lavoro e l’inclusione

Un altro vincolo riguarda l’obbligo, per chi è inserito nei Patti per l’inclusione sociale, di recarsi almeno una volta al mese presso i servizi di contrasto alla povertà al fine della verifica dei risultati raggiunti e del rispetto degli impegni assunti nell’ambito del progetto personalizzato. Inoltre, sia il Patto per il lavoro sia quello per l’inclusione sociale, devono prevedere attività e colloqui in presenza. C’è poi una disposizione per i Comuni, che nell’ambito di progetti di pubblica utilità devono impiegare almeno un terzo dei percettori di RdC residenti.

=> Reddito di Cittadinanza, dieci proposte per rafforzarlo

Sul fronte delle politiche attive, oltre ai centri per l’impiego vengono coinvolte anche le agenzie per il lavoro autorizzate da ANPAL ad offrire servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Per ogni soggetto assunto, prendono il 20% dell’incentivo spettante al datore di lavoro.