La sfida Export per le PMI: da Nord a Sud

di Edoardo Musicò

Pubblicato 27 Aprile 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

Nord Italia

Ben 47.934 milioni di euro con un incremento del 13,1 % rispetto all'anno precedente: sono questi i numeri dell’Export 2011 per l'Emilia Romagna.

Macchinari, apparecchiature e mezzi di trasporto hanno realizzato oltre il 41% delle vendite sui mercati esteri, seguite dal comparto moda, tessile, abbigliamento e calzature (+15,2%).
Le apparecchiature elettriche, elettroniche, medicali e di misurazione sono cresciute solo del 3%, dopo il boom del 2010 (+31%).

Le PMI della Regione hanno puntato per oltre due terzi sui mercati europei ma anche su Turchia (+51,5%) e Russia (+27,6%). L'Emilia Romagna ha realizzato inoltre un incremento del 23,5% in India e del 17,4% in Cina.
Francia e Germania hanno permesso incrementi tra il 10 e il 14%, bene la Polonia (+24,2%), mentre il mercato spagnolo è quasi statico. Risultati positivi dalle vendite verso gli Stati Uniti (+17,5%) e sul mercato brasiliano (+12,2%).

Tra la metà  del 2010 e il primo trimestre 2011 le PMI hanno messo a segno una crescita media del 20% che si è però dimezzata negli ultimi due trimestri dell'anno scorso e il 2012, previsto a crescita zero, complica lo scenario.

Sud Italia

Le PMI non combattono la crisi solo al Nord. Il caso della Puglia è significativo.
Nel 2009 l’Export era precipitato del 23%, ma le PMI hanno recuperato il valore dei tempi pre-crisi, superandolo. Da gennaio a settembre 2008 la Puglia aveva esportato infatti per 5.667 miliardi di euro e, nei primi nove mesi 2011, i prodotti venduti all'estero hanno raggiunto quota 6.082, con un incremento di 415 milioni rispetto a tre anni prima.

Buona performance di prodotti da estrazione da cave e miniere (+199%), autoveicoli (+97,8), legno (+56,4%) e alimentari (+16,2%). Ma anche nel farmaceutico (+25,8%) e comparto degli apparecchi elettrici (+28,3%).
Russia, Paesi Mercosur (mercato comune dell'America meridionale) e Turchia, hanno offerto ampi sbocchi alle regioni del Sud, che hanno incrementato del 35% i flussi verso i Paesi extra Ue.

Resta il problema dell'occupazione e i rischi del 2012 senza crescita, che può vanificare questi risultati in tutto il meridione, dove il tessuto produttivo ha bisogno di più infrastrutture per migliorare le reti di trasporto, sviluppare il commercio e incoraggiare l'internazionalizzazione delle PMI.