Quinto Conto Energia, nessuna modifica dal Governo

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 21 Giugno 2012
Aggiornato 13 Ottobre 2013 09:45

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Sul Quinto Conto Energia il Governo potrebbe non rispettare il patto con le Regioni, ignorando le modifiche volute dalle imprese e sottoposte in Conferenza Unificata: le indiscrezioni e le nuove richieste.

Le imprese del settore Rinnovabili – in particolare quelle del Fotovoltaico – sono ancora in attesa di conoscere le sorti dei investimenti già effettuati su cui pende una spada di Damocle: la rimodulazione degli incentivi nel Quinto Conto Energia e nel decreto sulle Rinnovabili Elettriche.

Le ultime indiscrezioni in merito non sono confortanti: sembra che il Governo voglia proseguire per la propria strada: non apporterà al Quinto Conto Energia le modifiche richieste dalle Regioni.

Niente di ufficiale, ma le associazioni di categoria sono già tornate sul piede di guerra ritenendo queste anticipazioni «molto gravi se fossero confermate», come si legge in una nota congiunta di APER, ANIEGIFI e Assosolare.

Puntando sul settore delle energie pulite sarà possibile dare un sostanzioso contributo per uscire dalla crisi visti i numeri da record del mercato italiano delle Rinnovabili, peccato che il Governo non sia d’accordo.

Le tre associazioni chiedono che nella contabilità complessiva vengano inserite anche:

  • la riduzione della dipendenza dall’estero in materia d’energia
  • la protezione dalla volatilità del prezzo dei combustibili fossili
  • la riduzione del prezzo dell’energia elettrica
  • la creazione di nuovi posti di lavoro.

«Voci che, secondo anche quanto dimostrato dallo studio OIR, valgono 76 miliardi di euro da qui al 2030, senza tenere conto dei benefici per l’ambiente e la salute».

Oltre ovviamente al rispetto del patto con le Regioni e quindi la correzione delle criticità emerse nel corso della Conferenza Unificata.

Bocciare i correttivi al Quinto Conto Energia e al Decreto Rinnovabili si tradurrebbe nell’«ennesima posizione ideologica sulla quale si arrocca il ministero dello Sviluppo Economico per il quale, a questo punto è d’obbligo dirlo, le uniche fonti energetiche plausibili sono quelle fossili».