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Fotovoltaico: la situazione in Italia dopo il Quinto Conto Energia

di Peppe Croce

Pubblicato 3 Ottobre 2012
Aggiornato 13 Ottobre 2013 09:46

Stato dell'arte del mercato fotovoltaico italiano alla luce dell'entrata in vigore del Quinto Conto Energia, con le prime ipotesi di sviluppo futuro.

Il mercato fotovoltaico italiano è ormai entrato nel primo semestre del Quinto Conto Energia relativamente agli impianti sopra i 12 kW di potenza che necessitano di iscrizione al Registro GSE prima di inoltra richiesta di incentivi.

Vai alle regole del Quinto Conto Energia

L’iscrizione alla graduatoria del Registro GSE Grandi Impianti (sopra i 12 kW) è tuttavia apparsa un fallimento: su 140 milioni di euro di incentivi disponibili ne sono stati richiesti solo 90 milioni, per una potenza complessiva di 966 MW circa.

Vai agli incentivi del Quinto Conto Energia

A questa potenza (venduta e installata in Italia ma non per forza prodotta tutta nel Paese) vanno aggiunte quelle relative agli impianti sopra i 12 kW con caratteristiche innovative (esenti dal Registro) e gli impianti sotto tale soglia. Che, però, non saranno moltissimi: il contatore fotovoltaico del Quinto Conto Energia, mentre scriviamo, segna meno di 1.700 impianti per una potenza sotto i 9 MW.

Consulta il contatore Fotovoltaico GSE

Tra Quarto e Quinto Conto Energia

A salvare il Fotovoltaico italiano 2012 , forse, saranno i megawatt prodotti, venduti e installati durante la grande corsa agli sgoccioli del Quarto Conto Energia.

Potrebbero essere relativamente molti: ad ascoltare i produttori di celle e moduli, che tra marzo e agosto hanno premuto sull’acceleratore in seguito al panico causato dall’entrata in vigore del Quinto Conto Energia il 27 agosto (45 giorni dopo il il raggiungimento del tetto dei 6 miliardi annui di incentivi erogati con il vecchi meccanismo incentivante).

Regole incerte

Ed è stato proprio l’altalenante quadro normativo a mettere in seria difficoltà la filiera industriale italiana del Fotovoltaico. “L’industria (non solo quella fotovoltaica) non può investire per il lungo termine se i riferimenti normativi non sono garantiti per un adeguato arco temporale, ci dice Valerio Natalizia, presidente di ANIE-GIFI”.

Costi e burocrazia

Se in Italia non vi è la certezza burocratica dell’incentivo non si potrà che scegliere il pannello cinese condannando l’azienda italiana alla morte. Le testimonianze dei produttori italiani a margine della recente European Photovoltaic Solar Energy Conference and Exibition (EU PVSEC) di Francoforte sono sconfortanti: “negli anni scorsi era il centro del mondo fotovoltaico, quest’anno non c’era nessuno, solo i cinesi che vendevano pannelli a 43 centesimi al Watt”.

Gli imprenditori italiani hanno costi di produzione che difficilmente scendono sotto i 60 centesimi, non considerando nemmeno l’utile aziendale.

A complicare il quadro e scoraggiare la domanda è giunta la recente ciliegina sulla torta dell’Agenzia delle Entrate  che ha imposto ai condomini che vogliono installare moduli fotovoltaici ulteriori pratiche burocratiche oltre alle circa 70 oggi necessarie per ottenere gli incentivi.

Le scartoffie inceppano anche il mercato fotovoltaico finora migliore e più sano per le aziende italiane: i piccoli impianti entro i 200 kW (circa il 47% delle installazioni complessive a fine 2012).

In questi impianti la progettazione e l’installazione rappresentano circa il 20% dei costi, gli inverter il 13% e le celle e i moduli il 46%.

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La capacità produttiva italiana

Se fino all’anno scorso erano Germania e Italia i mercati di riferimento, ora si guarda altrove perché sopravvivere vendendo solo in Europa non è più possibile. “Grazie alle competenze consolidate, brand affermati, prodotti tecnologicamente avanzati e investimenti nella ricerca, continua Natalizia, le aziende nazionali (ed estere con sedi produttive nel nostro Paese), hanno rilevanti quote di mercato e puntano oggi anche verso le economie emergenti”.

Nel 2011 celle e moduli prodotti in Italia hanno generato un volume d’affari di 846 milioni di euro, di cui il 47% è andato a un’impresa italiana e il 43% a un’impresa estera con filiale italiana. La progettazione e l’installazione, invece, valevano oltre 11 miliardi con l’80% che finiva alle imprese italiane.

Di tutti questi soldi, di questo valore e di questo lavoro cosa resterà in Italia a fine 2012? Per approfondimenti leggi:  Quinto Conto Energia: 2013 senza incentivi

I numeri non sono buoni e sebbene sia presto per tirare le somme  il 2012 non sarà ricordato come un anno positivo per il Fotovoltaico in Italia. Sia dal punto di vista delle installazioni di impianti, sia della produzione italiana di celle e moduli fotovoltaici.

Se il 2011 si è chiuso con una capacità produttiva di 325 MW di celle e 1550 MW di moduli fotovoltaici, il 2012 dovrebbe vedere invariata la prima e in salita di appena 50 MW la seconda. E come già nel 2011 tali capacità resteranno sotto-sfruttate: a fine 2012, secondo le stime gli impianti di produzione di celle saranno stati impegnati solo per un terzo e quelli di moduli per due terzi.

Alla luce dello scenario attuale, le proiezioni del Solar Energy Report 2011 (Politecnico di Milano) potrebbero addirittura essere riviste al ribasso.