In calo la domanda di credito (-9%) da parte delle imprese italiane nel primo semestre 2010: lo dice il Barometro CRIF, che ha analizzato circa 8 milioni di linee di credito concesse a utenti business (imprese individuali, società di persone e capitali).
Complice un riequilibrio dell’andamento dopo il picco dovuto alla crisi dello scorso anno, la richiesta di prestiti è comunque molto alta e di certo superiore al 2007 e 2008 (rispettivamente 11% e 19%).
La situazione resta dunque di allerta, come ha spiegato Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF: «negli ultimi 18 mesi è stata registrata una significativa contrazione della propensione ad investire, in attesa di un consolidamento della ripresa».
Nello specifico, la domanda di credito da parte di imprese individuali e società viaggia di pari passo, tranne che negli ultimi mesi, dove a richiedere credito sono soprattutto le società.
Il calo della domanda nel 2010, in estrema sintesi, è più che altro il frutto di una prudenza a investire oltre che un risultato inevitabile dopo il boom dello scorso anno.
Dati, questi, che confermano i risultati dell’Osservatorio sulla finanza dei Piccoli Operatori Economici (cioè le Pmi con meno di dieci dipendenti), prodotto da CRIF Decision Solutions e Nomisma.
Secondo l’indagine sui POE, le microimprese pronte a investire sono nel 2010 il 24,5%, in calo di oltre il 2% rispetto al 2009.
L’unico segmento in attivo per quanto riguarda gli investimenti dei POE è il Commercio (+4%). Di contro, il Manifatturiero è quello che sta pagando lo scotto maggiore della carenza di credito (dal 35,8% del 2007 al 18,1% del 2010), seguito dal Terziario, in attesa di una ripresa dei mercati internazionali.