Compensazione crediti PA: le insidie nascoste dei decreti per le imprese

di Francesca Vinciarelli

29 Maggio 2012 11:20

I decreti sulla compensazione tra crediti e debiti della PA per restituire il credito dovuto alle imprese o darne la certificazione, non convincono le PMI: ecco tutti i punti deboli.

Ancora non sono stati pubblicati i 4 decreti interministeriali per la compensazione dei crediti delle imprese vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione, varati dal Governo per arginare il problema del ritardo nei pagamenti dalla PA.

Oltre alla certificazione dei crediti da usare come garanzia verso le banche, sono in arrivo 20-30 miliardi per sbloccare i pagamenti, ma con un sistema di distribuzione ai debitori che non convince del tutto imprese e PMI, secondo cui le limitazioni previste potrebbero trasformare l’obiettivo di ridare liquidità alle aziende in un fallimento. Vediamo perché.

Fondo di garanzia

Per prima cosa i dubbi si annidano sul meccanismo che regola l’erogazione delle risorse del fondo di garanzia istituito dal Governo, che dovrà proteggere le banche fino al 70% dei crediti concessi alle imprese.

Si tratta di una copertura finanziaria enorme, che se tenuta bloccata per proteggere gli istituti di credito non potrà essere sfruttata per rifondere le aziende che aspettano da mesi il saldo delle fatture e per cui, dunque, non sarà certo risolto il problema liquidità alle imprese, salvo dover ricorrere a ennesimi prestiti bancari finendo avvolti nella spirale di un circolo vizioso.

Certificazione del credito

Le aziende che non otterranno la certificazione del debito da parte della PA entro 60 giorni dovranno aprire un altro percorso di certificazione, mettendo in moto l’amministrazione.

Tuttavia questo percorso ha la durata stabilita di un anno, ossia un tempo lunghissimo e paragonabile a quello attuale in termini di efficacia!

Regioni in difficoltà escluse

Anche la clausola che esclude dai benefici della certificazione e delle seguenti compensazioni dei crediti con i debiti erariali, quelle Regioni che presentano difficoltà economiche è uno dei tasti dolenti per le PMI.

Questo poiché in tale insieme rientrano una grande quantità di regioni tra cui Lazio, Campania, Molise, Abruzzo, Calabria, Puglia, Sicilia e Piemonte.

Praticamente è come dire che al 50% i decreti di certificazione del debito sono inutilizzabili.

Ricorsi contro la PA

Infine, desta preoccupazioni la voce dei ricorsi, secondo la quale le PMI in causa contro la PA proprio per debiti non pagati non potrebbero ottenere la certificazione.

Una sorta di punizione, qualora la voce fosse confermata, che non sarebbe nemmeno moralmente accettabile.