Contributi mense e catering, domande dal 6 al 20 giugno

di Anna Fabi

6 Giugno 2022 13:06

Aperto lo sportello per i contributi a fondo perduto fino a 10mila euro riservati a mense e catering (ristorazione collettiva) con cali di fatturato Covid.

Mense e catering che nel 2020 hanno subito cali di fatturato del 15% possono fare domanda per il nuovo contributo a fondo perduto fino a 10mila euro previsto dal decreto Sostegni bis, inviando l’istanza dal 6 al 20 giugno 2022. Vediamo di seguito chi sono i beneficiari, quali requisiti devono possedere, come si inoltra la domanda e a quale indennizzo si ha diritto.

Fondo perduto per la ristorazione collettiva

Il Cfp è previsto dal Sostegni-bis (articolo 43 bis del decreto 73/2021), che ha finanziato con 100 milioni i nuovi aiuti alla ristorazione collettiva, per mitigare le ripercussioni economiche della crisi Covid. Il decreto attuativo MiSE del 23 dicembre, in GU n. 44 del 22 febbraio 2022, fissa i criteri e le caratteristiche di questi nuovi contributi a fondo perduto.

Chi può fare domanda di ristoro

Possono ottenere il ristoro le imprese con riduzione di fatturato 2020 a causa del Covid pari ad almeno il 15% su base annua. Possono però richiederlo anche le imprese costituite nel 2019: in questo caso il calo del 15% del fatturato si misura in rapporto ai mesi corrispondenti del 2020.

Le imprese beneficiarie svolgono servizi di ristorazione definiti da un contratto con un committente pubblico o privato, per la ristorazione non occasionale di una comunità delimitata e definita, quale a titolo esemplificativo ristorazione per scuole, uffici, università, caserme, strutture ospedaliere, assistenziali. I codici ATECO di riferimento sono:

  • 56.29.10: Mense;
  • 56.29.20: Catering continuativo su base contrattuale.

Al momento della domanda, devono essere soddisfatti i seguenti altri requisiti:

  • risultare regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese;
  • avere sede legale o operativa ubicata sul territorio nazionale;
  • presentare un ammontare dei ricavi nell’anno 2019 generato per almeno il 50 per cento dai corrispettivi per i contratti sopra descritti;
  • non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie;
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019: fanno eccezione le microimprese e le piccole imprese, purchè risulti rispettato il punto precedente, e a condizione che non abbiano ricevuto aiuti per il salvataggio o per la ristrutturazione.

Quanto si può ottenere

L’ammontare del contributo è calcolato in base al rapporto tra fondi disponibili e numero di imprese richiedenti, ripartendo proporzionalmente le risorse. Il tetto massimo per singola impresa è pari a 10mila euro. Se avanzano risorse si procede a un’ulteriore ripartizione, basata sul rapporto tra numero di dipendenti di ciascuna impresa (calcolo ULA) e la somma del numero di dipendenti di tutte le imprese richiedenti ammissibili.

Come fare domanda di indennizzo

Le regole per la presentazione delle domande sono contenute nel provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate datato 30 maggio 2022. L’istanza si inoltra utilizzando i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate o il servizio web del portale “Fatture e Corrispettivi”, dal 6 al 20 giugno 2022, direttamente o tramite intermediari abilitati. NB: se si indica un codice IBAN errato, scatta lo scarto della richiesta.

Ai fini della verifica del massimale di aiuti di Stato, occorre tener conto di tutte le misure che rientrano nella Sezione 3.1 del Temporary Framework ed ottenute dal richiedente alla data di domanda.

Se il plafond residuo è inferiore al contributo determinato in fase di ripartizione dei fondi, il ristoro spettante sarà pari all’importo per cui vi è ancora capienza senza superare il massimale di aiuti.