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E-Commerce: attenti all’IP Tracking

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 30 Gennaio 2013
Aggiornato 9 Giugno 2014 09:03

Tracciare gli IP e di memorizzare i cookie durante la navigazione web dei consumatori è legale, ma attenzione all'utilizzo scorretto dell'IP Tracking nell'e-Commerce per aumentare i prezzi, attuando così pratiche commerciali scorrette.

I siti di e-Commerce sono sempre più diffusi in Italia, attirando l’interesse delle aziende in cerca di nuovi canali di vendita. Tra le strategie di business di tipiche di questo settore, è tuttavia necessario prestare attenzione a quelle meno ortodosse, come l’IP Tracking, che potrebbe essere utilizzato con scopi non sempre trasparenti.

=Consulta le migliori strategie di e-Commerce

Parliamo del tracciamento delle abitudini di navigazione attraverso l’indirizzo di rete e cookie serve a individuare le preferenze dei consumatori, verso cui orientare un’offerta mirata e dunque potenzialmente più gradita.

La pratica di tracciare gli IP e di memorizzare i cookie è legale – secondo l’articolo 5 della direttiva europea del 2009 sulla Privacy Internet, ma dovrebbe avere lo scopo di migliorare il servizio offerto non di penalizzare il cliente.

=> Leggi Cookie e Privacy: consultazione pubblica per la trasparenza

Ma cosa accade che l’IP tracking viene utilizzato a proprio vantaggio piuttosto che in favore del consumatore finale?

Un utilizzo illecito, per esempio, è il tracciamento volto a differenziare l’offerta e a renderla più costosa per i clienti maggiormente interessati.

Un classico esempio potrebbe essere la fluttuazione dei prezzi online applicati da compagnie di viaggio, magari per una tariffa aerea che cambia a distanza di poche ore ma solo se la si consulta dallo stesso IP. Una recente indagine condotta da Le Monde sembrerebbe aver rilevato, per esempio, un incremento dei prezzi applicati dalle compagnie aree tra le 9:00 e le 11:00 del mattino, fascia oraria in cui statisticamente si effettua il maggior numero di prenotazioni per viaggi di affari.

Ovviamente non si tratta di una pratica riconosciuta ufficialmente, le maggiori compagnie di e-commerce negano di utilizzare questo tipo di scelte strategiche o, ancor meno, di tracciare l’identità dei clienti tramite IP.

=>Leggi il parere del Garante Privacy sui cookie nella publicità web

Intanto però il presidente Adusbef, Elio Lannutti, rivela: «abbiamo ricevuto qualche reclamo per comportamento non proprio cristallino da parte di diverse compagnie dei trasporti, soprattutto quelle low cost». Inoltre sembra che lo strano fenomeno che fa alzare i prezzi nel giro di poco tempo si verifichi solo se si procede alla prenotazione con lo stesso computer: se invece si passa su un altro dispositivo il prezzo resta quasi sempre invariato.

Per dimostrare che determinate aziende praticano l’IP Tracking bisognerebbe analizzare i dati sui server, coinvolgendo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che si occupa delle pratiche commerciali scorrette e che ha il potere di aprire un’istruttoria. Ma anche qualora si dimostrasse che viene adottato il tracciamento dell’IP, sarebbe difficile ottenere che venga ritenuto un reato e non una strategia commerciale un po’ oltre le righe.

=> Leggi il Rapporto UE 2012 sulla Sicurezza online