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Nucleare addio, focus sulle energie rinnovabili

di Noemi Ricci

Pubblicato 14 Giugno 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 11:17

Referendum: l'Italia dice addio al Nucleare e la Borsa reagisce con la corsa al titolo verde. Ora l'attenzione è tutta sulle energie rinnovabili alle quali Greenpeace chiede di destinare i 60 mld dell'atomo.

Referendum sul Nucleare: quorum, l’Italia dice addio alle centrali atomiche. L’affluenza alle urne (57%) non ha disatteso le aspettative degli operatori green, che sperimentano ora la corsa ai titoli verdi. Ora l’impegno del Governo sarà concentrato al massimo sulle energie rinnovabili. Così Berlusconi: «dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare, e dovremo impegnarci sulle energie rinnovabili».

La reazione della Borsa è stata immediata e ha fatto guadagnare a Enel Green Power il 3%, a Kr Energy il 12,01%, a Kerself il 12,19%, a Pramac il 11,54%, a Beghelli il 10,28%.

A Piazza Affari c’è stato fermento tutta la giornata, anche se gli scambi sono stati cauti in attesa dei risultati finali. Lo stesso sul fronte dell’acqua, con Acque Potabili spa che ha perso oltre 7 punti. Enel era direttamente coinvolto nella costruzione delle centrali e quindi già all’inizio di lunedì sono iniziate le vendite del titolo.

Per alcuni, la reazione del mercato è un segnale del rischio concreto di speculazioni nel settore Rinnovabili che deve essere tenuto attentamente sotto controllo, come afferma la Coldiretti.

«A distanza di quasi venticinque anni dal Referendum del 1987, l’Italia ribadisce ancora e definitivamente il proprio rifiuto all’energia nucleare. È giunto il momento di seguire il (nuovo, ndr) modello tedesco verso un sistema energetico basato su efficienza e fonti rinnovabili», afferma Greenpeace, che «chiede che i 60 miliardi di euro, necessari a sviluppare il piano nucleare del Governo che prevedeva la realizzazione di dieci reattori, vengano investiti nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che possono produrre più del doppio di energia elettrica e creare dieci volte più posti di lavoro».

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