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Decreto Sviluppo: novità su riordino incentivi alle imprese

di Barbara Weisz

13 Giugno 2012 15:25

Decreto Sviluppo verso l'approvazione: novità su riordino degli incentivi alle imprese, assunzioni agevolate di personale qualificato, credito d'imposta e misure per la crescita: le anticipazioni di Monti alla Camera.

«Nei prossimi giorni» arriva «l’operazione crescita»: parola del premier, Mario Monti, che alla Camera ha confermato l’approvazione del Decreto Sviluppo nei prossimi giorni con un testo che si va perfezionando in molti punti, a partire dal riordino degli incentivi pubblici alle imprese e dalle assunzioni agevolate di professionisti di alto livello.

Misure che si uniranno ai nuovi strumenti finanziari per piccole e medie imprese, S.r.l. semplificate non solo per giovani e incentivi in Edilizia.

Bozza del Decreto Sviluppo 2012

Tempi del Decreto Sviluppo

Dopo le polemiche sulla copertura finanziaria, che hanno fatto pensare a un ridimensionamento del provvedimento, Mario Monti sembra dunque confermare parlando di «un altro piccolo concentrato di misure» per la crescita.

L’impasse sulle risorse potrebbe essere superato attraverso un diverso regime di tassazione per le polizze delle compagnie assicurative estere che operano in Italia.

Aiuti alle imprese private

Tanto nel 2011 quanto nel 2012, rispetto all’ammontare complessivo degli aiuti alle imprese (statali ed anche locali), alle imprese private è andato appena un decimo delle risorse, mentre il resto è finito nelle casse di Ferrovie, Poste, Difesa e infrastrutture varie.

Dunque, pochi incentivi al settore privato e per di più divisi in una lunga serie di leggi e leggine (un centinaio). Da qui la riorganizzazione.

Riordino incentivi

Nell’articolo 1 del Decreto Sviluppo, dedicato al Fondo per la crescita sostenibile, si attua il riordino degli incentivi pubblici alle imprese, con l’abolizione di 43 disposizioni che, dal 1954 ad oggi, si sono sovrapposte in materia di aiuti alle imprese: di fatto, con la selva di normative attuali, i finanziamenti per il settore privato sono soltanto una piccola parte (ancora meno per le PMI).

Le priorità del Fondo per le imprese, destinato a finanziare programmi e interventi per la competitività dell’apparato produttivo, restano tre:

  1. promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
  2. rafforzamento della struttura produttiva, in particolare del Mezzogiorno, riutilizzo di impianti produttivi e rilancio di aree in crisi.
  3. promozione della presenza internazionale delle imprese e attrazione di investimenti dall’estero.

Assunzioni agevolate

Sulle agevolazioni per l’assunzione di personale altamente qualificato si prevede ora un credito d’imposta al 35%, con limite massimo di 200mila euro ad impresa. Dunque, c’è un ridimensionamento rispetto alle precedenti ipotesi (credito d’imposta del 100% e tetto massimo di 600-300mila euro)

I contratti agevolati: assunzioni a tempo indeterminato o anche determinato in caso di apprendistato, in tutti i tipi di imprese a prescindere dalle dimensioni (quindi anche PMI).

Misure per la crescita

Le dichiarazioni del premier sembrano rappresentare il definitivo sblocco del Decreto Sviluppo e delle nuove misure per la crescita, dopo gli slittamenti dei giorni scorsi.

Monti, inoltre, ne ha anche fatto capire il contenuto: il suo invito a non chiamarlo decreto crescita o decreto sviluppo fa intendere che il provvedimento è solo un tassello di un progetto più ampio, inserendosi in un’operazione globale di crescita e sviluppo senza contenerne tutte le misure future.

Per Monti, la crescita è la giusta risposta anche al rischio contagio: «ciò che preoccupa mercati finanziari e agenzie di rating è la scarsa crescita, che preoccupa anche noi. Se ci sarà crescita pagheremo uno spread inferiore, i tassi di interesse scenderanno, le imprese saranno facilitate negli investimenti e ciò ci metterà al riparo dal contagio».

Togliendosi un sassolino dalla scarpa, il premier ha precisato che l’Italia non avrà bisogno di alcun sostegno europeo e che ha sempre «insistito con interesse» alla creazione di firewall europei, ma non perché «avesse bisogno di assistenza».

L’Europa, in compenso, deve riuscire a sterzare definitivamente sulla strada di una crescita che è la ricetta migliore per disinnescare le speculazioni che di nuovo prendono di mira l’euro, sull’onda del maxi-prestito alle banche spagnole: l’auspicio è che «al Consiglio europeo del 28 giugno» ci sia «un credibile pacchetto di decisioni europee sulla crescita», che fra l’altro avrebbe fra gli effetti quello di far diminuire lo spread italiano.