Dispositivi mobili, le PMI investono di più

di Alfredo Polito

2 Maggio 2007 11:46

Le piccole e grandi aziende statunitensi investono nelle tecnologie mobili. Le cause sono da attribuire anche a una nuova concezione del lavoro, non più legato alla scrivania

Si è svolto qualche giorno fa a New York un convegno dal titolo “Mobile Business 2.0 — How Mobility Will Impact Business from the SMB to the Enterprise”.

L’incontro ha visto tra i relatori membri di grandi corporation come Mobility Partners, Motorola, NEC Unified Solutions e Smallbiztechnology.com.

Dalla discussione con il pubblico sono emersi tre grandi temi. Innanzitutto l’uso dei dispositivi mobili nelle imprese: è stato ritenuto opportuno lasciare le soluzioni fisse ai professonisti, mentre per le aziende è preferibile adottare tecnologie wireless e provider solution che consentano una maggiore mobilità. Su questo argomento la maggioranza dei partecipanti, sia che fossero proprietari o dipendenti di una piccola impresa che manager di una grande corporation, ha espresso una sostanziale intesa.

Un altro argomento emerso è la necessità di mobilità che scaturisce da una nuova concezione del posto di lavoro. Sono sempre meno i lavoratori IT ancorati alla propria scrivania: la maggior parte di loro opera soprattutto a distanza. Questo cambiamento verso una forza-lavoro distribuita in luoghi lontani tra loro sta producendo un cambiamento di rotta in tutti i livelli di business e in ogni tipo di impresa.

Si è inoltre parlato di piccole e medie imprese, i cui responsabili erano i più numerosi tra i partecipanti. È venuta fuori una grande fiducia nelle soluzioni mobili, soprattutto dalle piccole aziende, alcune delle quali se ne servono già da tempo. Sono queste imprese a muoversi più velocemente in questo senso, ad investire maggiormente nell’uso di queste tecnologie.

Se i professionisti del settore IT suppongono che l’innovazione reale stia venendo dal mercato verticale, Stephen Wellman, che ha moderato l’incontro, crede che «le innovazioni potrebbero venire anche dalle piccole imprese».

Inoltre sembrerebbe che, tra gli imprenditori intervenuti, ben pochi guardano al ritorno d’investimenti: ciò che li vede interessati è soprattutto il costo e gli usi possibili, cioè cosa si può fare oggi con la tecnologia e quanto tempo occorre per essere pienamente produttivi.