Un software sorveglierà i dipendenti al pc?

di Alessandra Gualtieri

17 Gennaio 2008 10:30

Il Times rivela - e Microsoft conferma - l'arrivo imminente di un software in grado di monitorare le performance psico-fisiche dei dipendenti. Allarme privacy?

La notizia è di quelle che non passano inosservate, e nel giro di poche ore ha fatto il giro del mondo con un tam tam in Rete degno delle grandi novità. Si tratta di poco più di una indiscrezione, rivelata dal Times e che vede come protagonista l’ultima trovata Microsoft.

Secondo quanto rivela il quotidiano britannico, la casa di Redmond avrebbe avviato l’iter per brevettare un nuovo software in grado di monitorare – attraverso un sistema di sensori wireless – le condizioni psico-fisiche degli utenti al pc: non solo parametri vitali e stress ma anche espressione facciale e livello di attenzione.

Ribattezzato già come la prossima minaccia “grande fratello”, il software indiscreto nascerebbe in realtà come applicazione aziendale da utilizzare in quei contesti in cui ci si ritrova a lavorare in remoto o in condizioni disagiate, senza possibilità di chiedere soccorso in caso di emergenza sanitaria.

Ma inevitabilmente tutti hanno pensato ad un utilizzo più malizioso e indiscriminato del software, che potrebbe rivelare al capoufficio dettagli privati dei propri dipendenti per controllarne il grado di attenzione sul lavoro.

Qualunque sarà l’impiego finale, in effetti sono innegabili le implicazioni in termini di violazione della privacy, senza contare l’imbrigliamento psicologico – di certo controproducente – di chi si ritroverebbe a lavorare ad un pc che ti sorveglia.

Eppure Microsoft non ha smentito la notizia, smorzando solo i toni della polemica: i tempi di valutazione per ottenere un brevetto arrivano fino a 5 anni, un arco di tempo così lungo da consentire di definire nel modo più efficace e meno limitante un applicativo di questo tipo, che è solo uno fra i 7mila sottoposti a richiesta di brevetto e che, ad ogni modo, rispetterebbe tutte le norme sulla privacy secondo una policy di conformità che non ammetterebbe deroghe.

Sta di fatto che l’Ufficio brevetti statunitense ha confermato l’avvenuta pubblicazione del brevetto che, in realtà, secondo diversi esperti in materia potrebbe essere assegnato già nel 2009.