Web 2.0 e Pmi: casi di successo e risultati concreti

di Roberta Bianchi

2 Agosto 2010 09:00

Alcune iniziative web messe in campo da piccole e dinamiche realtà hanno portato a risultati misurabili, rappresentando esempi da imitare per tutte le Pmi italiane

Stando a sondaggi e letteratura, il Web 2.0 può portare molti benefici alle Pmi che operano sul mercato B2C. Ma dove sono gli esempi? Quali piccole imprese l’hanno realmente adottato in ottica di Marketing, e come? E, soprattutto, con quali risultati?

Oggi vi riportiamo l’esempio di una piccola realtà bresciana (ma ne esistono ovviamente molte altre in Italia), creata da giovani professionisti che hanno messo le proprie conoscenze sul Web e sugli ambienti di condivisione virtuale al servizio delle Pmi del territorio. La società, con il marchio Uncle Pear, offre servizi e consulenza di Web Media Marketing orientati alle Pmi con la necessità di farsi conoscere per incrementare le vendite.

Il messaggio di Uncle Pear va dritto al punto: “Vuoi vedere cosa facciamo e cosa abbiamo ottenuto? Cliccaci.” E noi abbiamo cliccato.

Per aumentare la visibilità di un operatore commerciale, il più calzante esempio che offre la società è quello di un pasticcere locale, noto per le sue produzioni artigianali di ottima qualità. Per estendere la sua base clienti con l’aiuto del Web, Uncle Pear ha pensato di creare due brand ad hoc, uno prevalentemente orientato al mercato regionale e l’altro più generico, per lanciare il nome dell’imprenditore a livello internazionale, al pari di quanto avviene con grandi marchi.

Ha poi creato un terzo marchio incentrato sul prodotto, con tanto di estensione a dominio, deputato a divenire canale di vendita online per i prodotti di punta della piccola impresa.

Uncle Pear ha poi valorizzato in Rete i nuovi marchi adottando modalità differenti a seconda del target specifico: sono state create due due landing page mirate, due fan page su Facebook e Twitter ed e stata creata una piattaforma e-commerce multilingua, su cui gli stessi dipendenti della piccola impresa sono stati formati, per bloggare e aggiornare le pagine di Facebook e Twitter, nonché per lanciare iniziative spot come contest per distribuire sampling di prodotto alla community online.

Una campagna di comunicazione di 60 giorni, con risultati raccolti e comunicati su Youtube, trasmette l’idea dei risultati ottenuti: 20 blog pubblicati, 3 contest e 10 recensioni sul blog ufficiale; 5500 fan, 140 link condivisi e 20 interazioni al giorno sulla pagina di Facebook; oltre 300 follower su Twitter; 9,8 milioni di impressioni e 11.350 visitatori unici del sito ad hoc; incremento del fatturato e delle vendite del 15% sul canale online, di cui metà avvenuta tramite i social media; acquisizione di 200 nuovi clienti privati e di circa 20 grossisti, sia italiani che stranieri.

Cosa si può fare, invece, per incrementare il business di una impresa di servizi, sfruttando il Web 2.0? Per una società di consulenza, Uncle Pear ha lanciato una campagna online finalizzata a selezionare e introdurre nuove figure professionali nel team di lavoro della società.

Alla fase di progettazione è seguito il lancio dei contenuti online, con supporto per movimentare i social network e animare il blog, oltre all’avvio di una campagna di advertising su alcuni dei network più rilevanti per il target. Il cliente ha così ottenuto circa 300 candidature e curriculum vitae, 2 partnership universitarie e svariate nuove relazioni su Facebook.

Per condividere le buone pratiche e le proprie esperienze di successo, Uncle Pear ha persino organizzato un Social Media BarCamp a livello locale, dove operatori e Pmi del territorio si sono confrontati sulle rispettive pratiche di promozione web.

Dagli esempi emersi, si segnalano gli operatori che hanno saputo sfruttare il Web 2.0 non solo con un sito web vetrina e un blog per raccontare la vita in azienda, ma anche con un canale Flickr e uno Youtube per condividere foto e video di alta qualità sul proprio business. Sono ormai sempre più standardizzate le pagine aziendali per creare community su Facebook e Twitter.

Tutti i dati di accesso vengono analizzati al fine di identificare la tipologia di contatti e massimizzare i ritorni dal Web con iniziative mirate. L’idea in più? Inserire un QR Code sui prodotti in commercio che, se inquadrate con smartphone, forniscono all’utente informazioni sul prodotto e sull’azienda in modo interattivo.