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Costi del POS per imprese: servizi e attività a confronto

di Barbara Weisz

Pubblicato 25 Novembre 2015
Aggiornato 2 Dicembre 2015 10:28

Negozio, studio, ristorante: tra POS tradizionale e mobile, guida comparata a costi fissi e percentuali sulle transazioni.

Un POS mobile in genere costa più di uno tradizionale, soprattutto in relazione ai pagamenti con carta di credito, ma i costi possono cambiare a seconda della tipologia di esercizio commerciale, del fatturato, del numero delle transazioni: per un professionista o un negozio la scelta è sempre più difficile, anche perché non sempre c’è chiarezza da parte delle banche. SOS Tariffe.it propone un’analisi delle diverse soluzioni di mercato, confrontando i costi medi per tre attività tipo: negozio di abbigliamento, studio medico, ristorante.

=> Mobile POS: offerte e tariffe a confronto

Da quanto emerso, attivare un POS può costare anche più di 2000 euro l’anno (con punte di 5.400 euro), mentre la comparazione delle offerte si può ottenere un risparmio con punte del 94%. Secondo lo studio, infatti, i costi globali del POS vanno da un minimo di 460 ad un massimo di 9.180 euro.

Abbonamento

Innanzitutto, bisogna scegliere tra POS tradizionale su linea fissa ADSL (prezzo medio 82 euro) o mobile via smartphone (prezzo medio 76 euro). Al costo del terminale bisogna poi aggiungere il canone mensile per il servizio (in media 24 euro per la linea fissa e 10 euro per quella mobile). Fin qui, è tutto semplice. La parte complessa riguarda il costo delle transazioni.

=> Smartphone come POS: le alternative sul mercato

SosTariffe.it_costi_medi_POS_novembre2015

Commissioni

I costi aggiuntivi su ogni transazione si traducono in due opzioni: si può scegliere tra commissione fissa e percentuale su ogni operazione, che però varia a seconda del caso. Mentre con la carta di credito in media si spende in più il 2% su ogni operazione, con il bancomat la percentuale da riservare alla banca cambia: in genere 1,29% per un POS tradizionale ed 1,84% per uno mobile. In alternativa è possibile pagare una cifra fissa per ogni operazione a cui aggiungere una percentuale (1,95% per POS tradizionale più 29 centesimi di euro per ogni transazione e 1,79% più 0,21 euro per chi opta per quello mobile).

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Come si vede, la decisione non è facile: il costo annuo di un POS può variare da un minimo di 460 euro (con un terminale tradizionale e tutti i pagamenti con bancomat), a un massimo di 9180 euro (sempre con POS tradizionale e pagamenti con carta di credito). In generale, le carte di credito risultano più costose, accettando solo il bancomat si risparmia dall’8 al 41%. Se tutti i clienti degli esercizi esaminati dall’indagine pagassero con bancomat, il POS mobile sarebbe più oneroso fino al 23%, mentre per la carta di credito risulta più oneroso scegliere un POS tradizionale fino al 23%. Più nel dettaglio, per uno studio medico il bancomat risulta più conveniente del 7,99% nel caso di un POS mobile e del 37% se il terminale è fisso. Un negozio di abbigliamento varia dal 13,37% del mobile al 41,8% di un fisso, mentre un ristorante spende rispettivamente l’8,53% e il 40,98% in meno.

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In media, il costo del POS si aggira intorno al 2% dei ricavi. Valutando tutte le componenti appena descritte, risulta che usando solo il bancomat conviene un POS tradizionale, mentre se le transazioni avvengono con carta di credito sarà più conveniente quello mobile. Se tutti i clienti degli esercizi presi in esame pagassero con bancomat, il POS mobile sarebbe più oneroso fino al 23%, mentre per la carta di credito risulta più oneroso scegliere un POS tradizionale fino al 23%.

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Da quanto emerso dall’Osservatorio sui pagamenti elettronici, il 15% dei consumatori italiani non procede con l’acquisto se non può pagare con sistemi elettronici, il 16% cerca un altro esercizio dove è possibile farlo. In media, il 70% preferisce la moneta elettronica ai contanti.