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Il cloud object storage, vantaggi e consigli per PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 14 Settembre 2016
Aggiornato 8 Novembre 2018 09:31

I dati sono uno dei grandi business di inizio millennio, secondo International Data Corporation nel decennio 2010-2020 la quantità di dati digitali è destinata ad aumentare da quaranta a cinquanta volte, fino a raggiungere 40 zettabyte, ossia 40 mila miliardi di gigabyte, e tutto questo apre nuove sfide per le imprese. Sistemi di raccolta, analisi e business intelligence, sicurezza, ma anche, molto più semplicemente, archiviazione. Ogni azienda dovrebbe «rendersi conto che i dati vanno archiviati e messi in sicurezza prima ancora di essere analizzati, motivo per cui diventa essenziale storare file direttamente in infrastrutture cloud» sottolinea Andrea Marchi, Fondatore e Amministratore di Cynny Space, provider di servizi di Cloud Object Storage, destinato a una clientela B2B.

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«Il cloud object storage non è certamente nato oggi ma, mai quanto in questo preciso momento storico, bisogna riconoscere l’utilità pratica dell’archiviazione ad oggetti per un’azienda in crescita», prosegue l’imprenditore, che fornisce anche un’analisi dei vantaggi del cloud per imprese e PMI, e qualche consiglio sulla scelta del partner tecnologico. I tre principali vantaggi identificati:

  • Scalabilità: la tecnologia organizza i file in oggetti, non gestisce lo spazio fisico, rendendo la crescita molto più lineare, progettando l’archiviazione di miliardi di file, in misura superiore a quanto non possano fare i file system a blocchi.
  • Immutabilità: i dati vengono memorizzati in modo invariabile, garantendo le informazioni nel tempo, a fronte di copie, aggiornamenti o nuove versioni.
  • Gestione degli accessi: regole per accessi, controlli di conservazione, proprietà, identificazione delle app o degli utenti che hanno creato l’informazione, consentendo una governance molto solida.

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I provider cloud hanno superato alcune delle tradizionali perplessità di fondo delle imprese nell’esternalizzare i dati affidandosi a un provider cloud, ad esempio sul fronte della sicurezza, della semplicità d’uso, e dei costi. Ma, avverte Marchi, «resta necessario dare fiducia al giusto player e per farlo serve tenere a mente alcuni parametri essenziali». Ecco i consigli dell’esperto:

  • affidarsi ad un provider 100% europeo in un mercato dominato da società americane: è importante per la salvaguardia dei propri dati, che in tal modo seguono le direttive europee sulla privacy e non richiedono protocolli di trasferimento specifici come l’ormai illegale “Safe Harbor”.
  • Affidarsi ad un Player che gestisca nel modo più efficiente i dati in cloud, facendo uso delle nuove tecnologie nel modo più adeguato.
  • Affidarsi ad un servizio Pay-as-you-go senza soglie e senza costi nascosti, diffidando di quanti non sono trasparenti in tal senso.