La versione beta andò in rete il 17 maggio del 2005. Oggi, per celebrare il suo quinto compleanno, YouTube presenta un logo da occasioni speciali, il numero cinque con sopra la candelina, ringrazia gli utenti in una lettera sul blog, e soprattutto si permette di festeggiare con un nuovo record: oltre due miliardi di video visti ogni giorno in tutto il mondo.
C’è anche un canale speciale, YouTube five years, tutto dedicato ai festeggiamenti, con materiale appositamente raccolto a disposizione degli utenti. Un video wall con i filmati sulle “YouTube story”. Poi ancora, una cronostoria in sequenza, graficamente molto chiara, su questi cinque anni.
Il primo video? “Me at the zoo”, caricato a fine aprile del 2005 (dunque prima dell’esordio vero e proprio) da Jawed Karim, che insieme a Chad Hurley, l’amministratore delegato e a Steve Chen, ha fondato il sito. Diciannove secondi in tutto, con il giovane uomo davanti, appunto, a uno zoo. «Chi avrebbe mai immaginato che un ragazzo allo zoo potesse dare il via a una rivoluzione mediatica di questo tipo?», si chiede Katie Couric, giornalista e anchor woman americana, a cui lo staff di YouTube ha chiesto di selezionare i documenti giornalistici amatoriali preferiti caricati in questi anni.
Fra questi, la morte di Neda Soltan, uccisa da uno sparo nello scorso giugno in Iran, durante le proteste per la contestata elezione presidenziale. La campagna presidenziale di Barack Obama. I grandi eventi sportivi. Ma anche, soprattutto, documenti che riguardano la vita di tutti i giorni di persone che vivono in ogni angolo del pianeta. Le vacanze, la scuola, il lavoro, le strade, e via dicendo. Inutile dire che in questi anni ci sono state, e tutt’ora ci sono, polemiche e nodi irrisolti, che riguardano per esempio due grandi temi come la privacy e il diritto d’autore.
Ma è anche innegabile che YouTube è diventato uno strumento di comunicazione potente e di grande successo. «Siamo partiti con l’idea di dar vita a un luogo dove, chiunque dotato di una videocamera e una connessione a Internet, potesse condividere una storia con il resto del mondo», spiega Chad Hurley in una lettera in cui ringrazia gli utenti. Certo, lui e gli altri due programmtori, Karim e Chen, hanno avuto un’idea tanto innovativa quanto profittevole: nel 2007 hanno venduto il sito a Google per la modica cifra di 1,65 miliardi di dollari.
Del resto, i due miliardi di video visti ogni giorno, spiegano dal quartier generale, corrispondono a circa il doppio dell’audience prime time delle prime tre emittenti Usa. Fra i dati interessanti di questi cinque anni di storia, quello sulla distribuzione geografica: il 70% del traffico proviene da paesi al di fuori degli Stati Uniti. Per vedere tutti i filmati caricati sul sito (centinaia di milioni), sarebbero necessari 1700 anni. Gli obiettivi futuri? «Così come non avremmo mai potuto immaginare tutto ciò che è successo nei primi cinque anni, certamento non possiamo immaginare come sarà il futuro», spiegano dal quartier generale. Certo, il mercato sembra offrire ottimi margini di crescita. L’utente medio «passa sul sito circa un quarto d’ora al giorno», contro le cinque ore circa davanti allo schermo televisivo. Quindi, dicono dall’azienda, «cercheremo di darvi sempre più motivi per guardare più video». La sfida è lanciata…