Chi l’ha detto che le cose più costose garantiscono anche una qualità altrettanto soddisfacente?
Da tempo osserviamo pubbliche amministrazioni, governi e grandi imprese acquistare prodotti di sicurezza che poi alla fine non sono altro che un deterrente per eventuali hacker. La realtà dei fatti ci dice che nella maggior parte dei casi uno specialista riesce a bucare questi sistemi in non molto tempo.
Cosa analoga è successa a Melbourne dove un giovane studente, 16 anni è l’età esatta, è riuscito a superare un filtro web che il governo federale aveva pagato la piccolissima cifra di 69 milioni di dollari.
Il filtro che doveva impedire l’accesso a siti con contenuto pornografico è stato, a detta dello studente, superato nel giro di mezzora. Una volta capito il meccanismo, aggiunge lo studente Tom Wood, è possibile aggirare il meccanismo con pochi click.
In aggiunta si riesce a far credere ai genitori (o a chi controlla i pc) che il filtro sia ancora attivo lasciando inalterata l’icona di stato del software che, in realtà, è stato disattivato.
Ciò che è accaduto non poteva scatenare malcontento in chi vede i soldi delle amministrazioni come soldi pubblici e d’altra parte non poteva non toccare le autorità che si sono sentite in dovere di fare alcune dichiarazioni.
In queste ultime il ministro delle comunicazioni Helen Coonan afferma che il governo aveva anticipato quanto poi sperimentato dal ragazzo e aveva già chiesto al fornitore un adeguato quanto immediato aggiornamento.
Ovviamente non poteva mancare una frase di alta moralità:
Non è sufficiente un solo grado di protezione per fare in modo che i ragazzi utilizzino propriamente il web. Quello che è necessario è soprattutto una forte presenza dei genitori ed un loro adeguato controllo.
Insomma, la reazione del ministro è chiaramente dettata dal suo ruolo istituzionale, mentre agli atti rimane il fatto che qualcuno possa comprare un oggetto da 69 milioni di dollari completamente inutile.