Reading (Ue): e-commerce non decolla

di Lorenzo Gennari

2 Ottobre 2009 17:30

Il commissario europeo Viviane Reding, incaricato della società dell'informazione e dei media, ha fatto il punto sullo stato dell'e-comemrce all'interno dell'Ue

A Bruxelles, il commissario ai Media dell’Unione europea, Viviane Reding, ha fatto il punto sullo stato di salute del commercio elettronico tra i paesi membri dell’Ue, parlando del “Libro Bianco Edima sullo sviluppo dei nuovi media tra il 2009 e il 2014″.

Il commissario, in particolare, si è soffermato sugli interrogativi nati dalla consapevolezza dell’esistenza di ostacoli alla diffusione dell’e-commerce, posti dalle varie legislazioni nazionali. «L’anno scorso, un consumatore su tre in Europa ha comprato almeno un articolo online ? ha premesso la Reading, ma solo il 7 per cento dei consumatori europei ha avuto il coraggio di farlo in un altro Stato membro.

Lo stesso vale per le imprese: tre quarti dei dettaglianti dell’Ue vendono su Internet a livello nazionale, ma solo uno su cinque entra in mercati transfrontalieri. È chiaro che qui il problema principale è la mancanza di fiducia nelle transazioni transfrontaliere, spesso causata da regole complesse e frammentate».

Più che un mercato digitale unico, insomma, «27 piccoli mercati separati». Il monito della Reding è quello di «adottare a livello europeo uno standard di accessibilità al web e prevedere un sistema di autoregolamentazione per i siti web per costruire la fiducia dei consumatori».

A maggio era stata proprio il commissario Ue a promuovere la fiducia dei consumatori nell?e-commerce attraverso “eYou Guide“, la Guida sui diritti e gli obblighi dei consumatori negli acquisti via Internet. In effetti, nonostante i dati relativi al 2008 evidenzino la crescente popolarità acquisita dall?e-commerce rispetto agli anni precedenti, i consumatori sembrano nutrire ancora una forte diffidenza nei confronti degli acquisti elettronici.

A fornire informazioni puntuali sulle questioni più sensibili come la tutela della privacy, la sicurezza e la protezione delle transazioni commerciali, la pubblicità online, gli obblighi dei prestatori di beni e servizi, la responsabilità giuridica e i mezzi di risarcimento e i diritti d?autore ci aveva pensato finora anche il sito Internet ec.europa.eu.

Internet doveva essere il mezzo che avrebbe allargato i mercati nazionali, ma sorprendentemente non ha fatto altro che replicare la struttura tradizionale di un sistema chiuso come quello che esisteva già prima dell’avvento del web.