Stop al Nucleare, solo per paura del Referendum

di Alessandro Vinciarelli

27 Aprile 2011 09:45

Il Governo italiano non ha veramente detto addio al nucleare in Italia, ha solo rimandato di un paio d'anni, aspettando che l'opinione non sia influenzata dl disastro del Giappone. Lo ha rivelato lo stesso Berlusconi.

Sarkozy al canto suo ha dichiarato di rispettare la decisione dell’Italia e di essere disposta ad aspettare questo periodo di sospensione fino a quando il governo deciderà di riavviarlo: «rispettiamo la decisione e restiamo a disposizione per lavorare con voi e per rispondere a tutte le domande sulla sicurezza nucleare», aggiungendo poi che le centrali francesi «sono più care perché sono le più sicure. Quando l’Italia riprenderà il suo progetto nucleare la Francia sarà accogliente e amichevole».

In una nota del Pd si legge «Berlusconi ha gettato la maschera confermando che la moratoria sul nucleare è un bluff. Pertanto, visto che l’emendamento del governo non cancella l’attuazione del piano di costruzione di nuove centrali nucleari, il referendum abrogativo è pienamente in vigore. Chiaramente più della salute degli italiani e dei costi assurdi di un progetto assolutamente non conveniente il governo antepone interessi che alla luce delle carte di WikiLeaks sono sempre più oscuri e controversi.

D’altra parte se questo governo si appella tutti i giorni alla volontà popolare perché deve averne paura i prossimi 12 e 13 giugno?».

Diventa quindi sempre più concreta la tesi di chi vedeva dietro il ripensamento del Governo sul nucleare l’intenzione di procedere alla cancellazione dell’appuntamento di giugno e quindi lasciare via libera al leggittimo impedimento e alla privatizzazione dell’acqua, oltre a non ostacolare il futuro delle centrali atomiche nel Bel Paese. [Torna alla pagina precedente]

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