Istat, online i dati sulla disoccupazione

di Lorenzo Gennari

Pubblicato 1 Marzo 2011
Aggiornato 7 Febbraio 2023 17:37

Cala l'occupazione all'inizio del 2011 è il dato diffuso oggi dall'Istat che ha registrato una diminuzione dello 0,4% del numero degli occupati. In particolare nel mese di gennaio gli occupati sono 83 mila in meno rispetto a dicembre.

In calo sia rispetto al precedente mese, sia rispetto al precedente anno: questa è la triste realtà dei dati Istat sulla disoccupazione in Italia diffusi oggi e disponibili online, sul sito dell’Istituto di statistica. In cifre si tratta di 83 mila persone in meno rispetto a quelle che, nel dicembre 2010, avevano trovato un lavoro (0,4% in meno). Nel confronto con l’anno precedente invece, il calo è del -0,5% (110 mila unità in meno).

L’unico dato incoraggiante potrebbe essere quello relativo alla crescita dell’occupazione maschile che però, sommata alla flessione di quella femminile, fa registrare uno 0,1% di disoccupati in più su base mensile e un +2,8% su base annua. Il tasso di occupazione globale – si legge nel rapporto Istat – è pari al 56,7%, in calo di -0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di -0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Ciò significa che, per il terzo mese consecutivo, il tasso di disoccupazione si attesta all’8,6% con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua.

Anche sul fronte della disoccupazione giovanile, si registra un preoccupante avanzamento verso la soglia del 30% (più precisamente del 29,4%). Dopo tre mesi di stabilità (37,6%), anche il numero di inattivi tra i 15 e i 74 anni aumenta di mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente. Sul sito dell’Istituto di statistica è possibile scaricare il rapporto in pdf e, separatamente, le tavole con le serie storiche su fogli Excel. Disponibile, per chi volesse approfondire il metodo di condotta delle statistiche, anche la nota metodologica in pdf.

Leggendo quest’ultimo file, si apprende che «la popolazione di riferimento è costituita da tutti i componenti delle famiglie residenti in Italia, anche se temporaneamente all’estero. Sono dunque esclusi coloro che vivono abitualmente all’estero e i membri permanenti delle convivenze (istituti religiosi, caserme, ecc.). La popolazione residente comprende le persone, di cittadinanza italiana o straniera, che risultano iscritte alle anagrafi comunali».