La pratica dell’innovazione

di Fabrizio Scatena

29 Ottobre 2009 11:30

L'innovazione non è una pratica casuale, ma un processo sistematico da realizzare con un opportuno approccio analitico

Peter Drucker definisce l’innovazione come: «lo sforzo rivolto alla creazione di un cambiamento rilevante e focalizzato nel potenziale economico o sociale di un’impresa» (Harward Business Review, maggio-giugno 1985).

Manager ed imprenditori di successo dovrebbero praticare sistematicamente l’innovazione nel proprio ambito professionale, e nell’ambiente di lavoro in cui operano per realizzare cambiamenti davvero significativi. Infatti l’innovazione può essere considerata come la funzione specifica dell’imprenditorialità, il mezzo che permetta all’imprenditore o al manager, di creare nuove risorse e ricchezza, o sfruttare razionalmente le risorse esistenti per accrescerne il valore.

L’innovazione può avverarsi se si presentano particolari condizioni che favoriscono un’opportunità ancora allo stato potenziale. Solitamente si presentano all’interno e all’esterno di un’azienda. Vediamole entrambe. All’interno di un’azienda esistono 4 maggiori aree di opportunità:

  1. Eventi inaspettati: è la più semplice fonte di opportunità per innovare e permette di raggiungere un successo quando si crea una coincidenza inaspettata;
  2. Incongruenze: si verificano quando in un processo o in un mercato esistono elementi contradditori che spingono imprenditori o manager a cercare soluzioni efficaci;
  3. Esigenza di processo: è un bisogno da soddisfare per superare una situazione problematica con una nuova scoperta;
  4. Cambiamenti nei settori economici: mutamenti nella struttura di interi settori economici possono rilevarsi vantaggiosi anche per chi opera ad un livello micro economica.

Altrettanto importanti sono le altre 3 fonti di opportunità esterne all’azienda, quelle presenti nell’ambiente sociale e culturale in cui vivono manager e imprenditori:

  1. Mutamenti demografici: sono fonti esterne di opportunità più affidabili per innovare con adeguate scelte strategiche. Buone statistiche permettono di prevedere mutamenti nel ciclo di vita, nei livelli di istruzione e distribuzione anagrafica, nella collocazione geografica;
  2. Mutamenti di percezione: un cambiamento di percezione non modifica i fatti, ma ne altera rapidamente il significato in positivo o in negativo. Il condizionamento psicologico che cambia l’atteggiamento delle persone su eventi e fenomeni può infatti aprire grosse opportunità d’innovazione;
  3. Nuove conoscenze: sono i lead di natura tecnologica, scientifica e sociale che favoriscano più di tutte l’innovazione in termini di imprenditorialità, se tradotte in modo pratico.

Le fonti dell’innovazione che abbiamo elencato, possono presentarsi anche in più aree e in misura diversa contemporaneamente. L’abilità dell’imprenditore e del manager di turno è di capire quando queste condizioni si verificano, e se ciò accade, trovare il modo per sfruttarle al meglio creando innovazione.