Marketing fieristico: incentivare l’economia del territorio

di Simona Tenentini

2 Novembre 2010 09:00

Una strategia di mercato che si riferisce alla potenzialità economica delle fiere che possono costituire un volano per lo sviluppo del territorio

Si definisce marketing fieristico quello collegato direttamente al comparto fieristico e alla relativa filiera che comprende sia gli utenti del settore, e quindi espositori e visitatori, sia i fornitori di servizi, gli operatori e gli organizzatori degli eventi.

Un mondo complesso e variegato dunque, costituito da molteplici soggetti diversi ma accomunati tutti da un unico interesse, quello che costituisce poi il carattere peculiare di questa forma di strategia di mercato, ovvero il fatto di incidere direttamente sul territorio.

Del resto, gli eventi fieristici nel loro insieme costituiscono senza dubbio un volano per l’economia dell’area in cui vengono organizzati, fornendo una spinta propulsiva al sistema produttivo e all’indotto che vi ruota intorno. Da un punto di vista prettamente pratico, stilare un piano di marketing fieristico significa, per le aziende, definire le linee guida della presenza ad un determinato evento, analizzare i relativi aspetti economici e procedere ad un’azione di ottimizzazione riguardante il budget necessario.

Siccome la realtà delle fiere è in continua espansione, è necessario che l’imprenditore valuti, con la dovuta attenzione, i pro ed i contro della partecipazione ad un evento specifico.

Per riuscire al meglio in quest’ambito vengono pertanto svolti degli specifici corsi di formazione che permettono di acquisire tutte le competenze necessarie per ottenere i migliori risultati.

Come si legge, ad esempio, sul sito di e-magister.it, uno degli enti specializzati nel settore, il corso per operatore di marketing turistico permette di fornire ai partecipanti le conoscenze indispensabili per la gestione a partecipazioni fieristiche, insegnando, tra l’altro: la scelta delle manifestazioni adatte agli obiettivi strategici, la gestione dell’allestimento, dei materiali informativi e dei materiali accessori, l’organizzazione dello stand, il mantenimento dei contatti acquisiti e lo sfruttamento della visibilità acquisita durante la partecipazione alla fiera.

Del resto come afferma Gian Domenico Auricchio, presidente di Cfi, (Comitato fiere industria di Confindustria) in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore: «Nello scacchiere internazionale il sistema fieristico italiano si posiziona al quarto posto nel mondo per importanza e numero di manifestazioni, dopo Stati Uniti, Cina e Germania. In tale contesto le fiere di livello internazionale organizzate in Italia hanno forte rilevanza e assicurano un significativo apporto al sistema delle imprese, confermando il ruolo strategico per lo sviluppo degli scambi con l’estero e la promozione del made in Italy… Nel progetto Italia 2015 si pone al primo posto la richiesta della modifica del titolo V della Costituzione per rivedere e razionalizzare la ripartizione di competenza tra Stato, regioni ed enti locali. La difesa del patrimonio fieristico richiede il ritorno e la presenza dello stato che coordini concretamente, attraverso una cabina di regia, i comportamenti di tutti i soggetti della filiera fieristica in una logica di reale sistema al servizio delle imprese e dell’economia nazionale. Il trasferimento della competenza normativa alle regioni ha favorito l’emergere di localismi a fronte della globalizzazione dei mercati con un’enorme dispersione di risorse economiche sviluppando una concorrenza tra fiere con iniziative simili che favoriscono le più compatte manifestazioni estere” “Per l’innovazione del settore fieristico – ha concluso Auricchio – si deve elaborare un progetto di medio e lungo periodo che coinvolga da una parte i maggiori quartieri fieristici italiani e dall’altra i più importanti operatori dell’indotto con particolare attenzione a quelli dell’ospitalità e delle risorse del territorio».