Identità digitale: come proteggerla

di Anna Fabi

Pubblicato 3 Febbraio 2015
Aggiornato 18 Marzo 2019 14:59

Identità digitale se non si protegge quali sono i rischi?

Difendere la propria identità digitale è fondamentale sia in ambito aziendale sia personale. Ecco alcune accortezze che possono essere adottate:

  • la conoscenza dei rischi e le tecniche usate per rubare la propria identità;
  • non fornire informazioni più di quanto non sia strettamente necessario ed eventualmente scartare i servizi che ne chiedono troppe;
  • usare più email: una principale da comunicare a poche persone e altre per gestire i vari servizi online;
  • usare password differenti per differenti servizi e non scriverle su un foglio di Word o Post-IT;
  • firmare digitalmente le comunicazioni con il protocollo standard s/mime in modo tale da identificare se stessi ed eventualmente applicare la cifratura se necessario;
  • utilizzare metodi di pagamento sicuri come per esempio PayPal che rimborsa l’utente in caso di frode;
  • utilizzare un valido antivirus, firewall e antispam;
  • utilizzare un sistema di cifratura dei dati;
  • non salvare le password nel browser;
  • chiedere – in caso di dubbio – sempre ad un esperto.

=> L’identità digitale dei manager su My-Reputation

Bisogna sempre fare attenzione alla propria identità digitale, in quanto negli ultimi anni sono sempre più elevati gli attacchi verso il proprio eID.

=> Identità digitali: gestirle al meglio stimola il business

Molto spesso i criminali, accedono alle informazioni personali altrui, in quanto gli operatori e gli utilizzatori hanno una scarsa conoscenza, dei rischi che si possono incontrare, secondo uno studio fatto dalla Camera di Commercio di Torino, il 54,4% degli utenti non proteggono il proprio eID “Perché non gli è mai capitato nulla fino ad ora”  il 21,7 %  “Perché non conoscono questo problema”.

Non proteggere il proprio eID porta anche dei danni economici, i sistemi di rilevazione di Crif nel 2013 hanno rilevato più di 26.000 frodi creditizie in Italia, per perdite economiche stimate complessivamente in 162 milioni di euro. Il 10% delle frodi viene identificato dopo 5 anni.