I pedaggi autostradali non sono tasse, ma pagamenti a cui deve corrispondere un servizio. Quindi non si possono aumentare per incrementare le entrate dello stato, ma solo davanti a un corripondente miglioramento del servizio offerto.
Con questa motivazione il Tar del Lazio ha bocciato gli aumenti autostradali previsti a fine giugno dal Governo in attuazione della manovra finanziaria, accogliendo i ricorsi presentati dalla Provincia di Roma, supportata da 41 comuni, e da quelle di Rieti e Pescara.
Si tratta dei balzelli scattati dal primo luglio, di uno o due euro a seconda delle classi di pedaggio e che riguardavano, per fare l’esempio più noto a tutti, anche il raccordo anulare della Capitale. Immediate e unanimi le dichiarazioni di plauso da parte degli enti locali, fra cui il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente della Regione Renata Polverini.
Critico invece il viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli, secondo il quale «questa sentenza mette a repentaglio la credibilità di tutti i piani economico-finanziari delle grandi infrastrutture» e «ribadisce per l’ennesima volta l’incertezza del sistema Paese».
La decisione del Tar si applica a tutte le maggiorazioni applicate dal 25 giugno sulle autostrade della Penisola, non solo a quelle del Lazio. Sfumano così maggiori entrate che per l’Anas sarebbero state pari a 83 milioni nel 2010 e a 200 milioni per il 2011.
Per contro, gli automobilisti risparmieranno. Federconsumatori aveva calcolato che gli aumenti avrebbero comportato una spesa di 60 euro annui per ogni famiglia.
Tutto questo succede alla vigilia del primo fine settimana da “bollino nero” per l’esodo estivo. L’altro picco di traffico è previsto per sabato 7 agosto, mentre il weekend clou del controesodo sarà quello del 21 agosto. Ieri Anas, Autostrade per l’Italia e Polstrada hanno presentato i piani per affrontare il traffico delle vacanze.
Il piano dell’Anas, “Parti col piede giusto, parti informato” prevede 2mila addetti alla viabilità, 1600 veicoli, 1.100 pannelli a messaggio variabile, 2mila 140 telecamere. La polizia stradale avrà 1750 unità e 315 mezzi, misuratori della velocità, etilometri, mentre l’Aci mette in campo 5mila addetti e 3mila500 mezzi di intervento. In questo periodo verranno ridotti all’osso i cantieri sulle strade (ne resteranno aperti 14, contro i 140 medi giornalieri).
L’esodo estivo coincide con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, approvato questa settimana in via definitiva dal parlamento e già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Fra le norme in vigore da subito: maggiori sanzioni e revoca della patente per chi guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droghe, non possono bere nemmeno un goccio di alcol coloro che hanno la patente da meno di tre anni e gli autisti di tir e autobus (pena il licenziamento per giusta causa), obbligo delle cinture di sicurezza per le minicar, obbligo di guida con lenti anche per i ciclomotori, aumento delle sanzioni per chi produce o vende minicar o motorini che superano i 45 km all’ora, per chi li guida, per le officine che ne truccano i motori.
Ci vorranno invece 15 giorni per l’applicabilità delle altre norme, fra cui l’introduzine di targhe personalizzate, le visite mediche per chi ha più di 80 anni, l’introduzione, in via sperimentale, del casco protettivo elettronico per le moto e della scatola nera sulle auto per analizzare la condotta di guida.