L’ultima disfunzione, in ordine di tempo, si è verificata oggi: la Borsa di Londra stamattina è rimasta ferma per circa tre ore a causa di un guasto tecnico. Si tratta del terzo incidente nel giro di pochi giorni che provoca lo stop delle negoziazioni su un mercato: ieri è successo a Parigi, e ha riguardato gli scambi sul Cac 40, il paniere delle blue chips, che si è bloccato per circa un’ora. E martedì scorso è stata la volta di Piazza Affari, che ha aperto con sei ore di ritardo, nella più lunga sospensione da oltre sei anni. In tutti i casi, i problemi sono stati determinati dai rispettivi sistemi informatici di negoziazione.
Va detto che i tre mercati in questione funzionano con piattaforme diverse, quindi si tratta di guasti separati fra loro. Detto questo, resta il fatto del tutto inusuale che nella stessa settimana si sono verificati incidenti tecnologici di portata rilevante (abbastanza rilevante da fermare le contrattazioni). Al di là delle ipotesi suggestive che si possono rincorrere, l’impressione che i mercati abbiano eccessive difficoltà tecnologiche rimane.
A Londra, è la seconda volta in poche settimane che si verifica un problema. Era già successo il 15 febbraio, guarda caso il giorno dopo la migrazione su una nuova piattaforma, che si chiama Millenium Exchange. Un trasloco difficile, evidentemente. Ma, come sottolinea David Buik, senior partner di BCG Partners, ne risente la credibilità internazionale di un mercato, quello di Londra “che si suppone sia un centro finanziario leader del mondo”. In genere, come è facile immaginare, analisti e operatori di mercato sono molto critici e sottolineano il proprio disagio. Anche perchè tutto questo succede in una fase che vede i mercato surriscaldati, concentrati sugli effetti della crisi libica, e come sottolinea da Londra Joshua Raymond, analista di City Index, “l’ultima cosa di cui hanno bisogno è un inaspettata sosta del trading”.
Ieri a Parigi il problema è stato di entità minore, e ha riguardato solo il Cac 40. Dal Nyse Euronext (la società che gestisce la borsa, dopo la fusione avvenuta nel 2007 fra il Nyse, ovvero Wall Street, e il circuito Euronext che comprende la capitale francese, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona) hanno spiegato che si è trattato di un incidente realtivo al processo di calcolo degli indici.
Martedi a Milano, invece, il guasto è stato decisamente notevole, visto che la borsa è rimasta ferma fino alle 15,30, provocando anche una richiesta di chiarimenti da parte della Consob. Il problema, in questo caso, ha provocato il blocco di tutti gli scambi, e ha riguardato il sistema informativo Ddmplus, che viene utilizzato dalla stragrande maggioranza degli intermediari che operano su Piazza Affari. Secondo quanto dichiarato da Davide Biocchi, vincitore del premio Top Trader di Borsa nel 2007, al Sole 24Ore, potrebbe esserci stato un problema di eccessivo stress, “vista la recente concentrazione di scambi e volatilità”. L’operatore ricorda che “in passato qualche blocco informativo era già capitato”. Piazza Affari, alleata di Londra, non ha ancora effettuato la migrazione sulla nuova piattaforma, cosa che pero’ è prevista. Considerando che la piattaforma in questione è quella che oggi ha mandato in tilt la City, bisogna sperare che a Londra la mettano a posto bene.