Manovra bis, vertice per la fiducia

di Barbara Weisz

6 Settembre 2011 15:00

Berlusconi e Tremonti a Palazzo Grazioli, sulla manovra bis il governo chiederà la fiducia. Torna l'aumento dell'iva. Borse, nuovi crolli.

Un’ennesima giornata al cardioplama, per i mercati barcollanti  e per la manovra finanziaria bis. Su Piazza Affari, nel pomeriggio la peggiore d’Europa, pesano, oltre alla situazione internazionale, le perplessità relative a una manovra i cui contorni continuano a essere indefiniti. Il premier Silvio Berlusconi ha convocato un vertice a Palazzo Grazioli, a cui partecipa fra gli altri il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, per mettere a punto nuove misure. Si parla di un possibile aumento dell’Iva, e anche di un recupero del prelievo di solidarietà sui redditi alti, pur rivisto rispetto alla precedente formulazione. E per le 18 è convocato un Consiglio dei Ministri straordinario: l’esecutivo è intenzionato a chidere la fiducia sulla manovra (che è in Senato).

Andiamo con ordine. La giornata si è aperta con le riflessioni suggerite dall’intervento, nella serata di ieri, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito «allarmante» il segnale rappresentato ieri dall’impennata dal differenziale «fra le quotazioni dei titoli del debito pubblico italiano e quelli tedeschi», ha detto che è «indispensabile e urgente» recuperare fiducia e ha aggiunto una chiara sollecitazione: «si è ancora in tempo per introdurre in Senato nella legge di conversione del decreto del 13 agosto misure capaci di rafforzarne l’efficacia e la credibilità». Dunque, il Quirinale rivolge un esplicito «appello a tutte le parti politiche perchè si sofrzino in questo senso, lasciando da parte «ncomprensioni e pregiudiziali insostenibili».

Non è questo l’unico segnale arrivato oggi al governo e all’intera classe politica italiana: dall’estero, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha accostato la vicenda italiana a quella greca, mentre l’agenzia internazionale Moody’s potrebbe declassare il rating alla Penisola. E ci si è messo pure il Financial Times, che in un articolo sulla Lex Column (il titolo: “Fiasco fiscale”) spiega che la situazione italiana è decisiva per l’intera area dell’euro e definisce senza mezzi termini «incompetente» il sistema politico che «ha lasciato il paese paralizzato» di fronte all’emergenza. Il quotidiano avverte che se l’Europa potrebbe – del tutto ipoteticamente – sopravvivere a crisi di Grecia, Irlanda, Portogallo e anche Spagna. Ma se il contagio dovesse raggiungere l’Italia, il Vecchio Continente si troverebbe disarmato.

Risultato, il vertice a Palazzo Grazioli, appunto. Che sarà seguito alle 18 dal Cdm, a cui Berlusconi probabilmente sottoporrà la decisione di chidere la fiducia. Due gli obiettivi: tempi veloci e certi, e cambiamenti nella manovra. Questi ultimi sembrano riguardare, come detto, l’iva, con un aumento di un punto, e il prelievo sui redditi alti, che sembra destinato però a scattare sopra i 200mila euro (e non più sopra i 90mila, come nella precedente formulazione).

Per conoscere i dettagli, bisogna attendere la fine del vertice, a cui partecipano, oltre al premier e a Tremonti, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, i sottosegretari alla presidenza Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, il suo vice Gaetano Quagliariello e il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo.

Nel frattempo, i mercati continuano la loro corsa al ribasso. Per la verità la mattinata aveva dato un po’ di respiro agli investitori, gli indici di Piazza Affari hanno viaggiato in positivo fino a metà giornata, quando sono tornati a scendere. Nel pomeriggio sono arrivati a perdere fino al 3%, con l’andamento peggiore d’Europa.

Lo spread, che invece stamattina ha raggiunto nuovi massimi a 382, è sceso e si è stablizzato grazie a un intervento della Banca Nazionale Svizzera, che ha stabilito dei minimi per il cambio franco-euro, e a nuovi acquisti di titoli da parte della Bce (ma il governatore di Bankitalia, nonchè futuro numero uno della Bce, Mario Draghi, ieri è stato chiaro: gli acquisti non possono continuare in eterno).