World Economic Forum, servono nuovi modelli per la crisi

di Carlo Lavalle

26 Gennaio 2012 15:00

Prende il via in Svizzera il World Economic Forum, tra scenari di crisi sistemica e prospettive di innovazione.

Riflettori puntati sulla 42a edizione del World Economic Forum, dal 25 al 29 gennaio, il “summit dei summit” che riunisce ogni anno a Davos in Svizzera il gotha della finanza, dell’economia e della politica internazionale.

Più di 2.600 sono i partecipanti attesi per lo svolgimento di questa manifestazione che ambisce a definire i temi della prossima agenda globale. Quaranta i capi di Stato e di governo che hanno garantito la loro presenza e tante le personalità invitate come Christine Lagarde, David Cameron, Bill Gates, George Soros, Joseph Stiglitz, Kenneth Rogoff, Muhammad Yunus e Ban Ki-moon. Tra gli italiani Mario Draghi, Corrado Passera, Emma Marcegaglia, Enrico Cucchiani.

Servono nuovi modelli per affrontare e governare la crisi che sta scuotendo gli assetti e gli equilibri internazionali. Sarà questo il tema filo conduttore che animerà la discussione e ispirerà gli interventi della vasta platea di rappresentanti della leadership mondiale.

Secondo Klaus Schaub, fondatore del Forum, “il capitalismo non è più adeguato al mondo che ci circonda: abbiamo fallito nell’imparare la lezione della crisi del 2009”. Affermazioni certamente impegnative che rendono il meeting di Davos di straordinario interesse riflettendo un’inquietudine crescente tra le alte sfere in cerca di soluzioni più efficaci ed impostazioni innovative per le difficili sfide future.

Il mondo diventa sempre più complesso, interdipendente e si trasforma velocemente creando risultati molteplici così come effetti indesiderati che mettono a dura prova le capacità cognitive e di governo dei leader. Il nuovo contesto globale è connotato sia da un forte cambiamento tecnologico sia da una significativa riduzione della leva finanziaria che sta ristrutturando l’economia e determinando pericoli recessivi. E’ in atto un grande processo di trasformazione che richiede maggiore comprensione, coraggio personale, autorevolezza e risorse per assicurare in questo inizio millennio il miglioramento della condizione umana contro il rischio di una diminuzione del suo potenziale.

Nel discorso inaugurale, tenuto in apertura del Forum, Angela Merkel, cancelliere della Germania, ha mostrato grande ottimismo nella possibilità di trovare un’uscita positiva alla crisi soprattutto da parte dell’Unione europea anche se non ha nascosto difficoltà e problemi.