L’azienda veneta Safilo ha annunciato il taglio di circa mille dipendenti sui circa 3.500 totali che compongono la sua forza lavoro in Italia. La notizia è stata resa nota in seguito a un incontro di 4 ore con i sindacati, che hanno preso atto di questa situazione presente nell’azienda conosciuta in tutto il mondo per la produzione di occhiali.
La decisione è avvenuta in seguito alla perdita del marchio Armani, con conseguente riduzione di organico nei 4 stabilimenti Safilo situati a Padova, a Santa Maria di Sala (in provincia di Venezia), a Martignacco (provincia di Udine), e a Longarone (in provincia di Belluno).
Un comunicato aziendale afferma che Safilo “ha presentato il piano industriale e ha reso noto che preliminarmente sono stati identificati 1000 esuberi sui siti italiani derivanti dal mancato rinnovo della licenza Armani. Abbiamo immediatamente avviato un tavolo negoziale con i sindacati per definire il migliore assetto industriale ed organizzativo futuro, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sociale e di salvaguardare la competitività aziendale a favore dei lavoratori che rimarranno in forza, realizzando i piani a medio e lungo termine per i quali il Made in Italy, l’innovazione e la qualità del prodotto rimangono assolutamente prioritari”.
Ancora non sono stati comunicati i dettagli operativi della riduzione di personale. Si sa solo che in qusto mese sono stati fissati incontri tra le forze sociali e l’azienda per definire una strategia e per “individuare tutte le possibili soluzioni condivise per la migliore gestione del problema degli esuberi” cercando quindi di evitare il maggior umero di licenziamenti.
Anche la regione Veneto, per bocca del suo governatore Luca Zaia, ha sottolineato il fatto di aver già iniziato a mettersi al lavoro per favorire la soluzione di questo problema occupazionale che colpisce “la parte più debole della catena produttiva”. ”Ho la convinzione profonda – ha aggiunto – che l’occhialeria del Veneto sia ancora un settore trainante del nostro sistema produttivo. Occore tutti impegnarsi con forza un prodotto così importante e perché, anche dal punto di vista della dislocazione degli impianti, si tuteli fino in fondo la logica del made in Italy”.
Anche per i sindacati, l’annuncio della politica di tagli ha portato a una situazione molto grave: “Il momento è drammatico” ha detto il segretario regionale del Veneto di Filca Cgil. “Sapevamo che Safilo stesse navigando in acque poco sicure ma non avremmo mai pensato che si sarebbe arrivati a questa situazione drastica con esubiri di 1.000 unità”.
Per la sezione padovana di Confindustria, la questione Safilo dovrebbe arrivare fino al tavolo del governo, vista la sua portata: “Ci aspettiamo una rezione dell’esecutivo, che prenda in mano la situazione”. Il governatore Luca Zaia avrebbe già contattato il premier Mario Monti e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, chiedendo l’attivazione degli ammortizzatori sociali.