«Gli italiani» scriveva Beppe Severgnini nel suo libro Inglesi «arrivano in Gran Bretagna carichi di luoghi comuni (gli inglesi sono riservati, amano le tradizioni, leggono molto e si lavano poco), e si accorgono nel giro di qualche giorno che è tutto vero: la scoperta genera una sorta di euforia, che impedisce di andar oltre». A cadere nei luoghi comuni, tuttavia, non siamo i soli, lo dimostra un articolo pubblicato di recente dal quotidiano inglese The Independent, firmato da Peter Popham.
Per l’ex corrispondente da Roma, ad attirare ogni anno turisti – anche inglesi – nel Bel Paese sono il sole, il vino bianco freddo a pranzo, le colline toscane, le rovine di Roma e soprattutto la simpatia. È questa, per il giornalista inglese, la qualità peculiare degli italiani, «il collante che tiene insieme la società» per citare il filosofo David Hume.
Non inclinazione naturale, la simpatia in questione è descritta come un “meccanismo psicologico” che porta una persona ad assecondare la volontà dell’altro, insomma un imbroglio. Più che simpatia, banalmente, si tratterebbe di furbizia ma la conclusione di Popham è ben più dura e antropologica: «la simpatia, seppur affascinante, è un principio disastroso su cui fondare una società, perché è il trucco attraverso il quale la morale va in corto circuito».
Amorali, poco rispettosi delle regole e ingannevoli, gli italiani non hanno certo un’ottima reputazione all’estero, soprattutto se messi a confronto con i più “quadrati” – l’aggettivo è di Popham – inglesi, nel senso di meno flessibili e meno simpatici, appunto. Eppure, nonostante questa diversità caratteriale, Popham sostiene che il popolo inglese sia molto più equo di quello italiano nei confronti delle altre razze, ovviamente omettendo qualche secolo di colonizzazione.
A confermare il sense of humour tipicamente british, in chiusura di articolo Popham cita – oltre alla gestione inglese del caso Murdoch confrontata con gli scandali nostrani – il «più simpatico miliardario del mondo», Silvio Berlusconi, che «continua a trattare il paese come un suo feudo privato». Per contraccambiare l’umorismo potremo sottolineare che proprio in queste estate anche il premier britannico David Cameron – come il suo predecessore Tony Blair – prima di essere interrotto dal problema delle guerriglie nell’Uk stava trascorrendo le sue vacanze nel Chiantishire italiano e sembrava gradire.