L’unica università italiana in classifica è la Bocconi. Il Master in International Management dell’ateneo milanese è al 26esimo posto nella classifica mondiale del Financial Times. Guadagna sette gradini rispetto al 2010, anno in cui aveva debuttato in graduatoria, prima e unica fra le italiane. La classifica del quotidiano britannico riguarda solo i programmi di Master in International Management, che sono cosa diversa ad esempio dagli Mba, i Master in business administration.
In genere si tratta di programmi più brevi, che durano un anno e mezzo circa (quello della Bocconi è di 22 mesi) contro i due anni del Mba. Sono anche corsi meno costosi, pur trattandosi in genere di tariffe superiori ai 15mila euro. E, come sottolinea il Ft, contrariamente a quanto succede per i Master in Business Administration, che da qualche anno vedono le iscrizioni calare, sono in crescita.
Ma vediamo la classifica. Il corso che conquista la prima posizione è il Master in Strategy and International Management della svizzera Universität St Gallen, che scala tre gradini rispetto allo scorso anno. Chi lo frequenta, mediamente tre anni dopo il diploma guadagna quasi 87mila euro.
Secondo classificato, si conferma il Mim del Cems, che è una partnership fra 26 business school internazionali, da tutti i continenti, fra le quali c’è ancora la Bocconi. Sul gradino più basso del podio si trova il corso che l’anno scorso era primo in classifica, il Master in management della Escp Europe, un’istituzione che ha sede di cinque diversi città europee fra cui l’italiana Torino (le altre sono Parigi, Londra, Madrid e Berlino).
Il paese che vanta il maggior numero di corsi in classifica è la Francia, a quota 17, seguita dalla Gran Bretagna a 13, in una classifica che esclude le scuole americane. La Germania è a quota quattro, insieme ad altri paesi europei come il Belgio, mentre in una graduatoria di 65 master internazionali quelli fuori dal Vecchio Continente sono quattro: l’Indian Institute of Management di Ahmedabad, che fra l’altro è nella top ten, la National Chengchi University di Taiwan, la cinese Shanghai Jiao Tong University, e la canadese Hec di Montreal.
Tornando all’Italia, la «presenza di due programmi in una sola classifica» e motivo di soddisfazione per il rettore della Bocconi, Guido Tabellini, che sottolinea il «nuovo riconoscimento dello sforzo intrapreso per migliorare ulteriormente l’internazionalità del nostro ateneo».
Il corso, frequentato per un terzo da studenti internazionali, si distingue in particolare per la valutazione data dai laureandi al career service, per la mobilità internazionale e per l’esperienza internazionale degli studenti. Tabellini mette l’accento sulla «propensione all’internazioanlità» che «è sostenuta dalla capacità di attirare studenti dall’estero, offrire loro esperienze ed opportunità in circa 100 Paesi e dalla presenza di una faculty internazionale. Nell’ultimo biennio, infatti, sono arrivati nel campus oltre 20 docenti con un elevato curriculum internazionale».