La crisi non lascia scampo: anche la città simbolo del business registra un calo preoccupante dell’occupazione. I dati riguardano proprio i manager, che da sempre vedono in Milano la meta migliore per fare affari e posizionarsi nel mondo del mercato.
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Dalla ricerca effettuata dall’Aldai (Associazione lombarda dei dirigenti aziende industriali) risulta infatti che i manager sono diminuiti del 54 per cento. Da un lato, nei casi più fortunati, si è verificato un esodo verso l’estero, con mete privilegiate Francia, Germania e Svizzera, ma sono molti i manager senza occupazione.
I dati iniziano a registrare il calo dal 2008 ad oggi, con la chiusura di 1.000 imprese sulle 7.000 che impiegavano almeno un dirigente e il sistema produttivo ha espulso più di 10.000 dirigenti industriali.
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Franco Del Vecchio, vice presidente dell’Associazione spiega che «La Lombardia rappresenta più di un terzo della dirigenza industriale nazionale e la perdita di occupazione manageriale ha raggiunto livelli preoccupanti per il futuro del Paese. Le grandi aziende e le multinazionali tagliano, le piccole e medie imprese non investono». Inoltre «Ci sono in Italia solo 3,5 manager su 100 occupati contro una media europea di 5,7. La percentuale di manager disoccupati ha raggiunto il livello dei giovani».
Come sempre Italia fanalino di coda dell’Europa, quindi. Il resto d’Italia continua a vedere in Milano una città in cui si lavora e produce – i suoi dati continuano a rimanere comunque i più positivi dello stivale – ma questa visione rischia sempre più di essere cancellata nel polverone della crisi.