Il numero di lavoratori con “zero in condotta” non è mai stato così basso: le cifre che caratterizzano i dipendenti responsabili di comportamenti disdicevoli sono infatti ai minimi storici, stando almeno a quanto rivelato da una ricerca promossa dal ERC (Ethics Resource Center) e realizzata indagando sui costumi di un campione di oltre seimila impiegati attivi nelle aziende statunitensi.
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Cresce quindi la responsabilità di dipendenti e il loro sentirsi parte dell’azienda, ma ad aumentare sono anche gli sforzi compiuti dai datori di lavoro per favorire il benessere dei lavoratori così come per sottolineare le regole di comportamento da seguire. Più precisamente, lo studio ha sottolineato come la percentuale dei dipendenti “scorretti” sia calata dal 55% del 2007 al 41% del 2013.
Ancora più interessanti sono le cifre che riguardano l’operato dei manager, ritenuti responsabili di portare avanti una condotta negativa nel 60% dei casi. Secondo gli studiosi, inoltre, è più probabile che a violare le regole siano i dirigenti di alto livello.
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La ricerca mostra, infine, che spesso il rispetto delle regole nasca dal timore di subire ritorsioni da parte del datore di lavoro, una paura tutt’altro che infondata: più di un lavoratore su cinque afferma di essere stato sottoposto a provvedimenti disciplinari in caso di comportamenti non ligi al dovere.