L’importanza della presenza femminile nel mercato è fonte di continui dibattiti. Se ne elogiano le caratteristiche professionali ed umane ma il gender gap continua ad esistere. Eppure la crescita di un paese è strettamente correlata all’incidenza delle donne sulla sua economia.
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Il gender gap report realizzato dal World Economic Forum mostra come nel corso degli ultimi 11 anni non siano stati fatti molti passi in avanti. Se nel 2006 la differenza tre le opportunità di carriera maschile e femminile era del 56% adesso è arrivata solo al 60%. Il 4 % ancora non basta.
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Per quanto riguarda campi come salute e durata della vita il divario appare annullato, ma settori come economia, istruzione e carriera appaiono ancora molto indietro. Tra i 111 paesi analizzati spiccano quelli del Nord Europa. La top ten vede infatti ai primi posti l’Islanda, in cima per il sesto anno consecutivo, la Finlandia in seconda posizione, e la Norvegia al terzo posto in classifica generale. La Svezia rimane in quarta posizione e la Danimarca guadagna tre posizioni e si colloca quest’anno al quinto posto. Seguono poi Nicaragua, Ruanda, Irlanda, Filippine e Belgio.
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L’Italia conquista un misero 114esimo posto, classificandosi ultima in Europa, per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita economica. Secondo le stime, a livello globale, ci vorranno 81 anni per chiudere il divario e quindi per avere la parità nel posto di lavoro bisognerà aspettare il 2095.