La maternità rappresenta spesso un ostacolo per le donne che vogliono rientrare nel mondo del lavoro dopo la nascita di un figlio, un presunto “limite” all’efficienza e alla produttività in ufficio.
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Una ricerca recente, tuttavia, sembra ribaltare questa credenza sostenendo che condividere l’esperienza di madre può aumentare le probabilità di fare carriera anche dopo il parto.
Secondo alcuni economisti della Vanderbilt Law School, infatti, le donne che nascondono alcune informazioni personali legate alla maternità rischiano di ridurre drasticamente le loro prospettive di assunzione.
La ricerca mostra infatti che i datori di lavoro coinvolti nell’indagine hanno largamente preferito assumere candidate “sincere” che hanno spiegato con onestà la loro condizione di madre, motivando eventuali lacune nel CV dovute proprio alla lunga astensione dal lavoro.
Le candidate donne che hanno condiviso informazioni private hanno potenziato le possibilità di superare brillantemente la selezione fino al 30 o 40%.
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Gli studiosi sottolineano quindi come, sulla base di questi esiti, sia proprio una comunicazione aperta e trasparente la chiave per garantire all’azienda una forza lavoro efficiente e produttiva, così come una gestione che tenga conto delle esigenze personali dei dipendenti.