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Contratti: accordo unitario tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil

di Anna Fabi

Pubblicato 29 Giugno 2011
Aggiornato 24 Giugno 2013 12:02

Intesa unitaria tra Confindustria e sindacati su rappresentanza e efficacia dei contratti: ficus su quelli aziendali e certificazione.

Su contratti e rappresentanza sindacale c’è finalmente un accordo unitario tra le proposte di Confindustria e quelle di Cgil, Cisl e Uil. Dopo ore di trattative, Emma Marcegaglia, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno siglato il patto di ferro volto a sanare i conflitti degli ultimi mesi, che avevo portato a definire accordi separati per le diverse sigle sindacali.

La Marcegaglia ha spiegato però che l’accordo «non sostituisce quello del 2009 ma ragiona su altri temi, come la rappresentanza e l’efficacia erga omnes dei contratti aziendali».

Per la Camusso, comunque, «Cgil, Cisl e Uil hanno definito norme di democrazia e di coinvolgimento dei lavoratori nell’attuazione degli accordi superando una lunga stagione di incertezze. Abbiamo dato un contributo a rimettere il valore del lavoro e la centralità della contrattazione all’attenzione del nostro Paese e dei lavoratori ».

Otto i capitoli della bozza di accordo: quadro generale dei contratti nazionali, contrattazione aziendale, possibilità di deroghe, nuove regole per la rappresentanza sindacale, garanzie di efficacia per gli accordi contrattuali firmati dalla maggioranza dei rappresentanti dei lavoratori, certificazione.

Il punto più caldo? I contratti aziendali, che dovranno definire clausole a garanzia degli impegni assunti, vincolanti per tutte le rappresentanze sindacali: i contratti siglati dalle rappresentanze sindacali (Rsu ed Rsa) varranno per tutti i lavoratori.

In merito alla certificazione, è stato stabilito che dovranno essere oggetto di deleghe e voti nelle elezioni delle Rsu, da rinnovare trennalmente. Per negoziare la rappresentatività di ciascuna sigla dovrà superare il 5% del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto nazionale.

Si chiede infine di continuare ad incentivare il secondo livello contrattuale, con riduzione di tasse e contributi, che diventino però misure strutturali e non più sperimentali.