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2007: ancora l’anno della Cina

di Paolo Iasevoli

9 Gennaio 2007 15:50

La crescita economica della Cina non accenna a diminuire e il Paese dimostra di essere aperto anche alle nuove tecnologie, come dimostrano i dati pubblicati da Assolaw

L’ascesa della Cina continua senza segni di cedimento. Il 2006 ci consegna un paese in uno stato di salute invidiabile che mostra di essere estremamente ricettiva anche nei confronti delle nuove tecnologie. A fronte del sempre annoso problema riguardante la censura dei contenuti internet, i Cinesi risultano essere sulla via di una veloce socializzazione con il mondo dell’informatica, tanto che le stime per il 2007 sono più che rosee: 200 milioni di navigatori Internet, 100 milioni di computer collegati in Rete, 20 milioni di blogger, 1 milione di siti cinesi, 500 Milioni di utenti cellulari, 500 Milioni di linee telefoniche fisse.

I numeri parlano chiaro e seguono pienamente l’andamento generale del sistema economico cinese, la cui avanzata non accenna a diminuire, se vero che il Governo prevede che la crescita si manterrà al disopra del 10%. I segni di questa vera e propria esplosione sono evidenti e, accanto al benessere generale, si è registrato un notevole incremento della propensione al consumo: «nell’ultimo mese la vendita al dettaglio dei prodotti di consumo ha segnato un incremento del 15% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le nostre proiezioni indicano un costante e significativo aumento dei consumi interni per ulteriori 5 anni» commenta Ermanno Delia di Assolaw. Consumi che si svolgono sempre più online, come dimostra la diffusione dell’e-commerce che nel 2006 ha raggiunto un volume d’affari pari a 100 milioni di dollari.

Si tratta senza dubbio di un evento che ha già cambiato gli assetti economici mondiali e continuerà a farlo nei prossimi anni. Ma i vantaggi non sono solo per la Cina: l’Ufficio Doganale Cinese ha rilevato che nei primi 11 mesi la quota totale del commercio con l’estero ha raggiunto i 1600 miliardi di dollari e, mentre l’export è cresciuto del 2,2%, l’import è aumentato del 3,5%. Dunque gli spazi per le società straniere ci sono e sono anche consistenti, e in qualche modo bilanciano la tanto deprecata invasione di prodotti asiatici in Occidente.