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Legge di Stabilità: tagliare ancora il cuneo fiscale

di Barbara Weisz

4 Dicembre 2013 16:20

Si studia un meccanismo per utilizzare automaticamente, nei prossimi anni, i risparmi della spending review: la manovra alla Camera, le richieste delle imprese, le misure previste dopo il passaggio al Senato.

Per migliorare la Legge di Stabilità sul fronte imprese, partendo dalla riduzione del cuneo fiscale, le associazioni imprenditoriali hanno chiesto nuove modifiche al testo del Ddl Stabilità approvato dal Senato, in seconda lettura alla Camera. Un emendamento, annunciato dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, vincolerà i risparmi della Spending Review a un Fondo che alimenti il taglio del costo del lavoro per le imprese. Sul meccanismo ci sarebbe un accordo fra i partiti di maggioranza, da tradursi in un «emendamento del relatore o dei gruppi parlamentari che dovrebbe ricalcare il testo della risoluzione». Si tratta di istituire un fondo automatico – a cui destinare obbligatoriamente i risparmi della Spending Review su cui lavora il commissario Carlo Cottarelli – da almeno 3,6 mld nel 2015, 8,3 mld nel 2016 e 11,3 nel 2017. Non si esclude che i primi risparmi possano essere anticipati al 2014. Staremo e vedere.

Richieste Confindustria

Dalla manovra, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si aspettava «molto di più», soprattutto in materia di taglio al cuneo fiscale, nel 2012 al 52,9% (secondo solo al Belgio). Ridurlo è il primo passo: «una scelta strategica che porta ad aumentare il reddito disponibile di famiglie e imprese, sostenere i consumi e restituire competitività alle imprese». Per essere efficace, dovrebbe raggiungere i 15-20 mld, mentre la Legge di Stabilità prevede misure da 1,1 mld, incapaci di impattare sull’economia e che rischiano di essere assorbiti senza produrre cambiamenti». Insufficiente anche la deducibilità IMU sugli immobili strumentali delle imprese al 30% e per un solo anno. Fra l’altro, Confindustria non risparmia critiche al decreto IMU, che fa scattare la clausola di salvaguardia a copertura dell’abolizione della prima rata sulla prima casa, per cui l’acconto Ires di dicembre per le imprese sale di un altro punto e mezzo.

Richieste Rete Imprese Italia

Sulla stessa linea Rete Imprese Italia, che in materia fiscale chiede meno tasse sugli immobili strumentali: «capannoni, laboratori, negozi e alberghi, dove si lavora e si crea occupazione» sottolinea il presidente Ivan Malavasi, secondo cui «va riordinata anche la tassazione sui rifiuti», mentre sul costo del lavoro chiede che «venga subito ristabilito il sacrosanto principio di equilibrio tra contributo e prestazione in materia di malattie e infortuni». Un altro «problema che va affrontato con maggiore decisione è quello del credito alle piccole imprese, che continuano a registrare le maggiori difficoltà di accesso ai finanziamenti, come sostiene con dovizia di dati anche la Banca d’Italia. Il rafforzamento degli strumenti di garanzia pubblica deve generare, quindi, un beneficio diretto sulle piccole imprese. E vanno irrobustiti i Consorzi fidi, che rappresentano il loro punto di riferimento».

Le misure attuali

Vale la pena riassumere l’attuale formulazione della Legge di Stabilità, dopo il passaggio al Senato, in materia di cuneo fiscale.

  • Cambiata la parte relativa alle buste paga dei lavoratori, concentrando l’aumento della detrazione sui redditi da lavoro dipendente sugli importo fino a 35mila euro lordi l’anno.
  • Per le imprese restano: lo sconto Inail da un miliardo di euro (che sale a 1,1 miliardi nel 2015 e 1,2 miliardi dal 2016); la deduzione per chi assume (fino a 15mila euro per ogni nuovo contratto a tempo indeterminato); la restituzione del contributo Aspi dell’1,6% versato (non più solo le ultime sei mensilità, come da riforma del Lavoro) per chi trasforma a tempo indeterminato precedenti contratti a termine; per le imprese che reinvestono gli utili, un aumento della deduzione ACE, con aliquota (ora al 3%), che passa al 4% nel 2014, al 4,5% nel 2015 e al 4,75% dal 2016 e un periodo più lungo per la rivalutazione agevolata (sei anni).