Il capitolo più impegnativo tra quelli da mettere a punto in Parlamento, nel corso dell’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2022 è senz’altro la riforma fiscale: nel testo della Manovra si prevede il taglio delle tasse per i ceti medio-bassi, ma il “come” è ancora è tutto da scrivere. Altro nodo da sciogliere è quella della riforma pensioni, con un tavolo che si svolge in parallelo con i sindacati e che potrebbe tradursi in correttivi alle misure “ponte” al momento previste. Infine, non è detto che arrivino sorprese anche in ambito Superbonus e agevolazioni edilizie. Infine, riflettori punti anche sulle eventuali nuove sospensioni in ambito riscossione.
In attesa del dibattito sugli emendamenti in arrivo, tuttavia, è fondamentale riflettere su alcuni punti.
Calendario della Manovra
L’iter parlamentare si avvia con con quasi un mese di ritardo rispetto alla tabella di marcia.
- L’approdo in Senato il 16 novembre, con le comunicazioni del presidente e l’assegnazione alla commissione Bilancio in sede referente e alle altre commissioni in sede consultiva.
- I lavori proseguiranno in commissione, prevedibilmente con le audizioni (ministeri, istituzioni, enti, parti sociali), la presentazione degli emendamenti e la loro approvazione. Il testo finale sarà quindi sottoposto al voto dell’Aula di Palazzo Madama, poi passerà alla Camera.
- Sembra improbabile che si riesca ad effettuare un passaggio completo a Montecitorio, dove il testo potrebbe arrivare blindato da voto di fiducia, dovendo la Manovra essere approvata entro il 31 dicembre per entrare in vigore il primo gennaio 2022.
Nodi da sciogliere
Riforma fiscale
I ritardi accumulati sono riconducibili alla difficoltà dell’ampia maggioranza di Governo di trovare una sintesi in tempo utile. Il risultato è un ddl che si potrebbe definire molto pragmatico, che rinvia al dibattito parlamentare i temi più caldi (a partire dalla riduzione delle tasse) e nel frattempo individua misure che affrontano i nodi più urgenti, da sciogliere ad inizio 2022.
Nel ddl del Governo ci sono 8 miliardi, da utilizzare per la riforma IRPEF che agisca su due fronti, la riduzione delle aliquote (quella al 38% sui redditi da 28mila a 55mila euro) e la revisione delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente e il trattamento integrativo. Per la riforma IRAP c’è all’esame del Parlamento anche la legge delega di riforma fiscale che ne prevede l’eliminazione. Il dibattito sulle misure fiscali come si vede è ampio, sembra ci sia un sostanziale accordo politico sulla necessità di ridurre la pressione fiscale sui ceti medio-bassi ma al momento è difficile fare previsioni sulle misure da emanare. Non si può escludere che tutto venga rimandato ai decreti attuativi della riforma fiscale (la legge delega concede 18 mesi di tempo per emanarli).
Riforma Pensioni
Parlando di pragmatismo, emblematica la scelta in questo senso sulla riforma pensioni, inizialmente prevista in Manovra e invece rinviata per mancanza di accordo politico. Nel ddl ci sono solo tre misure temporanee: la Quota 102, la proroga di Opzione Donna e dell’APE Sociale, che risolvono il problema della flessibilità in uscita nel solo 2022. Nel frattempo è partito un tavolo tra Governo e Sindacati, dal quale potrebbero emergere novità da inserire nell’iter parlamentare della Manovra oppure fornire l’impostazione per una riforma strutturale tra fine anno e inizi 2023.
Incentivi e imprese
Sul fronte imprese sono state fatte scelte di più ampio respiro, come ad esempio per gli incentivi Transizione 4.0 fino al 2024 o al 2026, a seconda della tipologia di investimento, il credito d’imposta per gli investimenti in macchinari, hardware e software delle imprese. O per le agevolazioni edilizie fino al 2024 ed il Superbonus fino al 2025 (con riduzione delle aliquote dal 2023). In ogni caso, su entrambi i fronti non si escludono correttivi durante l’iter parlamentare. In particolare per il Superbonus, per il quale si richiede l’abolizione del tetto ISEE per il beneficio fiscale sulle villette nel 2022.
Riforme già in Manovra
Fra le poche misure strutturali già presenti in Manovra c’è la riforma degli ammortizzatori sociali, che va verso l’universalità degli strumenti di tutela in costanza di rapporto di lavoro e dei sussidi di disoccupazione. Alcune norme di conciliazione tra famiglia e lavoro (fra le quali il congedo obbligatorio di paternità di dieci giorni (si attendono ulteriori novità con il Family Act) e la creazione di nuovi strumenti per la parità di genere, in linea con gli obiettivi del PNRR).
Legami con il PNRR
In generale, le misure e i capitoli di spesa previsti dalla Manovra (che vale 30 miliardi di euro), vanno di pari passo con l’attuazione del Recovery Plan, a disposizione del quale ci sono oltre 200 miliardi di euro che arrivano dall’Europa. E’ questa, in definitiva, la vera cifra della sessione di Bilancio 2022: manovra economica e PNRR sono i due strumenti per sostenere e rendere duratura la ripresa economica post Covid.
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I numeri di partenza sono anche migliori delle attese, con un PIL 2021 che potrebbe andare ben oltre il 6% attualmente previsto, ma che al momento è attribuibile in larga parte al rimbalzo dal -8,9% dell’anno scorso. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere la crescita italiana stabile e sostenibile. In questo quadro, vanno inserite le riforme strutturali in cantiere e quelle in via di definizione.