117: strumento anti-evasione anche con denunce anonime

di Stefano Gorla

6 Febbraio 2012 12:00

Da 15 anni il numero 117 stabilisce un filo diretto, 24 ore su 24, tra Guardia di Finanza e contribuenti, per rispondere all'esigenza di migliorare i rapporti fra contribuente e fisco e raccogliendo le testimonianze sugli evasori.

Il numero gratuito di pubblica utilità  mette in contatto con le “sale operative” provinciali della GdF per chiedere ad esempio l'intervento di una pattuglia o anche per ottenere notizie e informazioni sui servizi del Corpo. Per le violazioni amministrative, come nel caso di mancato rilascio di scontrino o ricevuta fiscale, è possibile procedere alla immediata verbalizzazione dell’illecito attendendo l’intervento di una pattuglia sul posto. In alternativa, le informazioni contenute nella segnalazione entrano a far parte del patrimonio informativo dei reparti.

Dopo che il segnalante le ha formalizzate recandosi presso il Reparto del Corpo più vicino, i dati acquisiti vengono incrociati con quelli contenuti nelle oltre 30 banche dati della Guardia di Finanza, per la selezione dei soggetti da sottoporre a controllo.

Condizione imprescindibile è che non ci sia anonimato e il segnalante fornisca i propri dati anagrafici che sono trattati nel rispetto della normativa sulla Privacy.

Tuttavia, anche le segnalazioni mancanti di denuncia formale che l’operatore del 117 considera meritevoli di attenzione sono inserite nel database informatico dei comandi provinciali del Corpo.
Statisticamente il 42% dei chiamanti del 2011 non ha rivelato la propria identità .

Pertanto, se durante un controllo stradale un soggetto viene trovato su un auto di lusso intestata a una Srl e nel database risultano già  segnalazioni anonime a suo carico, parte immediatamente l’accertamento con tutte le informazioni raccolte.

Oltre alla funzione anti-evasione il 117 raccoglie anche segnalazioni relative a stupefacenti, contraffazione di prodotti o monete e banconote, violazioni doganali, accise (ex imposte di fabbricazione), frodi comunitarie.

Al suo debutto fu subito un gran successo: nel dicembre del 1996, in soli dieci giorni, la GdF ricevette 12mila chiamate. Nel gennaio del 1997, un’indagine dell’Eurispes rivelò, in modo sorprendente, che nel Nord Est del Paes, considerata l’area più insofferente nei confronti del fisco, il 20 per cento degli abitanti riteneva il 117 “utile come il 112 e il 113” (i numeri di pronto intervento di Carabinieri e Polizia di Stato) mentre la media nazionale si arrestava al 16,1 per cento.

Nel corso del tempo è stato ricoperto dal velo dell’oblio, al punto che anche negli spot, curati dall’Agenzia delle Entrate e in onda in questi giorni sui canali televisivi e radiofonici, non viene indicato anche se viene bollato l’evasore come parassita.

Lo conferma la stagnazione delle telefonate per anni ferme intorno a quota 23/24 mila. Le telefonate per tutti i settori di intervento nel 2010 hanno raggiunto il numero di 28.997 e per il 2011 si stima un incremento del 19% con quota 34.000.

Eppure se ci fossero più segnalazioni da parte dei clienti di ristoranti e bar, studi dentistici e artigiani, quando la controparte non consegna ricevute e fatture, la lotta all’evasione contro categorie che temono poco la “tracciabilità ” del denaro diventerebbe più incisiva.

Occorre sottolineare che con la manovra di ferragosto 2011 sono state approvate delle norme per l’anti-evasione professionisti. Se in un quinquennio sono state contestate a carico di professionisti quattro distinte violazioni dell’obbligo di emettere il documento certificativo dei corrispettivi compiute in giorni diversi, parte immediatamente con provvedimento esecutivo la sanzione accessoria della sospensione dell’iscrizione all’albo o all’ordine per un periodo che va da tre giorni ad un mese. In caso di recidiva, la sospensione è aumenta per un periodo da quindici giorni a sei mesi. La sospensione è decisa dalla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate competente per territorio in relazione al domicilio fiscale del contribuente.