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Accesso al credito, metà imprese in sofferenza

di Noemi Ricci

9 Agosto 2011 09:30

Ancora difficoltà di accesso al credito nel secondo trimestre del 2011: aumenta del +7% il numero di imprese che non riesce a far fronte al proprio fabbisogno finanziaria. Confcommercio eviidenzia un irrigidimento dell'offerta.

Accesso al credito: cresce del +7%, raggiungendo quoate 8,1%, il numero di imprese del commercio, del turismo e dei servizi che a fronte della difficile congiuntura economica non riesce a far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Passano poi dal 33,1% dei primi tre mesi dell’anno al 40,5% di aprile, maggio e giugno quelle che sono riuscite a farvi fronte con qualche difficoltà, contro il 51,5% le imprese italiane che sono riuscite a farlo senza difficoltà (52,7% nel primo trimestre).

Lo rivela l’indagine trimestrale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, realizzata in collaborazione con Format Ricerche di Mercato.

Nel secondo trimestre del 2011 il sistema di accesso al credito per le Pmi da parte del sistema bancario si è dimostrato ancora troppo rigido, le istruttorie sono troppo pretenziose e le pratiche vengono spesso negate. Nel migliore dei casi vengono concessi crediti inferiori a quelli richiesti dalle imprese in difficoltà, situazione che si verifica in media per una impresa su tre.

Nei tre mesi di riferimento dello studio è calato il numero di imprese che hanno presentato richiesta di fido o hanno tentato la rinegoziazione di un finanziamento in essere: si è passati dal 25,7% del quarto trimestre 2010, al 24,0% del primo trimestre 2011, fino al 22,4% del secondo trimestre 2011.

Considerando che il nostro Paese fonda la propria capacità produttiva sul 90% di piccole e medie imprese, è ben chiaro lo stato di allarme che si legge nei dati rilevati da Confcommercio. Non meraviglia poi che le difficoltà più importanti vengano rilevate nel Sud Italia e tra le microimprese (1-9 addetti).

Ma lo studio fotografa anche un’altra faccia della medaglia: la propensione delle banche a concedere finanziamenti e prestiti solo a quelle imprese che rispetto al passato si dimostrano rafforzate nella propria solidità economica. Per queste Pmi, una volta superata l’istruttoria, l’istituto di credito è pronto a concedere anche importi superiori a quelli richiesti.

In particolare, tra le imprese che si sono rivolte alle banche, il 55,8% (prima erano il 53,9%) ha ottenuto un prestito pari o superiore a quanto richiesto; il 17,3% lo ha ottenuto, ma con importi inferiori a quelli di cui avrebbe necessitato; il 12,3% ha ricevuto un rifiuto; il 5,9% é ancora in attesa di conoscere l’esito della propria domanda di credito; l’8,7% sta progettando di presentareuna richiesta alla banca nel prossimo trimestre.

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