JEREMIE, strumenti finanziari UE per le Pmi

di Ermanno Cece

Pubblicato 10 Febbraio 2010
Aggiornato 25 Febbraio 2014 11:53

Un nuovo metodo di erogazione delle risorse, sempre più utilizzato da autorità di gestione e programmazione dei fondi strutturali UE a sostegno delle imprese

JEREMIE (Joint European Resources for Small and Medium-sized Enterprises Initiative) è l’iniziativa di Commissione Europea e BEI (Banca Europea degli investimenti) volta a migliorare le condizioni di lavoro delle piccole e medie imprese tramite finanziamenti mirati in base alle reali necessità emerse localmente.

In particolare, permette agli Stati membri trasformare parte delle risorse destinate ai fondi strutturali 2007-2013 in strumenti finanziari erogati in forma di capitale di rischio, prestiti bancari, garanzie e microcredito mediante un fondo di partecipazione appositamente costituito.

Tradizionalmente, i fondi strutturali vengono erogati attraverso contributi in conto capitale concessi una sola volta, sulla base di singoli progetti presentati delle aziende. Di contro, JEREMIE offre alle autorità di gestione la possibilità di investire e reinvestire le risorse per un periodo più lungo e a beneficio di un maggior numero di Pmi, utilizzando diversi strumenti finanziari al posto del tipico contributo.

Risorse

Stati membri e regioni che optano per JEREMIE debbono allocare le risorse (che poi verranno erogate alle Pmi) in un apposito fondo di partecipazione. L’iniziativa prevede di allocare somme modeste con la possibilità di incrementarle successivamente, o di riadattare gli strumenti finanziari alle modificate esigenze qualora se ne presentassero i presupposti nel corso degli anni.

Oltre che dai fondi strutturali, le risorse del fondo di partecipazione possono provenire da fonti nazionali come elemento di co-finanziamento del FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) FSE (Fondo sociale europeo), BEI (Banca europea degli investimenti) e altre istituzioni finanziarie internazionali. La suddetta componente di co-finanziamento può anche essere finanziata attraverso crediti erogati dalla stessa BEI.

Caratteristiche

Il valore aggiunto di JEREMIE è dato dalla capacità di migliorare l’ambiente finanziario in cui le Pmi operano. L’incremento dell’offerta è garantito dalla conoscenza di ciascun territorio (ottenuta attraverso studi di valutazione ad hoc) e dalla successiva erogazione di risorse finanziarie in base a quanto emerso.

Secondo le diverse esigenze, possono quindi essere attuate azioni specifiche per abbassare i tassi di interesse sui prestiti concessi dalle banche, aumentare la copertura offerta dalle garanzie, erogare finanziamenti sotto forma di capitale di rischio, rafforzare la disponibilità di microcredito (prestiti inferiori ai 25.000 euro).

Gli strumenti da attivare sono concepiti per creare un effetto leva delle risorse gestite, in quanto rafforzano la capacità delle aziende di attrarre finanziamenti addizionali, sia per ricapitalizzare sia per coprire il rischio che investitori o finanziatori non prenderebbero.

L’iniziativa ha anche carattere rotativo: le risorse restituite, come ad esempio i ritorni sugli investimenti in capitale di rischio o i rimborsi sui microprestiti, saranno disponibili per essere reinvestite in altre operazioni a favore di Pmi.

Sotto questo aspetto, una precisa norma impone che gli interessi generati dalle operazioni a valere su JEREMIE debbano essere riutilizzati per assicurare la sostenibilità del fondo di partecipazione.

Struttura organizzativa

L’autorità di gestione nazionale o regionale responsabile dell’erogazione dei fondi strutturali può decidere se partecipare a JEREMIE, nel quale caso è chiamata ad aprire un fondo di partecipazione – un vero e proprio fondo di fondi – e nominare un gestore.

La cooperazione tra autorità di gestione e fondo di partecipazione è disciplinata da un accordo specifico che ne definisce le modalità operative.

Il gestore del fondo ha la responsabilità di selezionare gli intermediari locali, chiamati a erogare direttamente i finanziamenti alle imprese attraverso inviti a presentare proposte di interesse, monitorando poi l’utilizzo dei fondi.

Il fondo di partecipazione – che può essere gestito da un comitato di investimenti comprendente rappresentanti della autorità di gestione o di altri enti istituzionali appositamente nominati – opera sulla base di una strategia di investimento e di un piano di impiego dei fondi definito ad hoc. Una volta approvato il piano, l’allocazione a valere sui fondi strutturali può essere trasferita al fondo di partecipazione.

Intermediari finanziari

Con le risorse disponibili, il gestore indice un invito a presentare proposte di interesse al fine di identificare gli intermediari specializzati, sulla base della strategia di investimento del fondo. Possono essere istituti bancari, fondi di venture capital, veicoli di investimento per il trasferimento tecnologico, microcreditori, e fondi di garanzia. Le Pmi rappresentano i beneficiari finali delle garanzie, co-garanzie, controgaranzie, prestiti, micropresititi e investimenti in capitale di rischio erogati dai suddetti intermediari.

Le aziende non devono dunque rivolgersi al FEI o alla Commissione per ricevere supporto, ma fare riferimento agli intermediari localmente selezionati. Inoltre, per ricevere informazioni possono visitare il sito Access2Finance.

Attuazione in Italia

Ad oggi, sono diverse le autorità di programmazione che stanno dando attuazione a JEREMIE nella UE. In Italia, ad esempio, nel dicembre 2008 Regione Campania e FEI hanno siglato un accordo di finanziamento di 90 milioni di euro per l’implementazione di un fondo di partecipazione che, attraverso intermediari finanziari selezionati, ha il compito di erogare garanzie, capitale di rischio e microprestiti a start up, microimprese e imprese in fase di crescita operanti sul territorio regionale.

Il fondo, operativo fino al 2013, è finanziato in pari misura da UE (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Regione o Stato.

A novembre 2009 anche la Regione Sicilia ha firmato un accordo per la creazione di un fondo JEREMIE, pwe il sostegno finanziario delle Pmi locali e al microcredito, per un ammontare complessivo di 60 milioni di euro In tutti e due casi, il FEI opera come manager del fondo di partecipazione. .

Diverso il caso della Lombardia, che sta avviando l’iniziativa attraverso la finanziaria regionale Finlombarda, senza quindi che il FEI venga coinvolto nella gestione.

L’implementazione dell’iniziativa da parte di altre regioni sembra al momento essere ancora lontana. In particolare, un intesa FEI-Marche era attesa all’inizio dello scorso anno ma la mancanza di un accordo su alcune clausole ha fatto in modo che le negoziazioni si interrompessero.

Nell’aprile 2009, anche l’autorità di gestione della Regione Veneto ha chiesto di implementare e gestire un fondo della dotazione di 30 milioni di euro.

La tabella sottostante indica l’attuale stato di attuazione dell’iniziativa nei diversi paesi dell’Unione europea.

Attuazione in Italia

Ad oggi, sono diverse le autorità di programmazione che stanno dando attuazione a JEREMIE nella UE. In Italia, ad esempio, nel dicembre 2008 Regione Campania e FEI hanno siglato un accordo di finanziamento di 90 milioni di euro per l’implementazione di un fondo di partecipazione che, attraverso intermediari finanziari selezionati, ha il compito di erogare garanzie, capitale di rischio e microprestiti a start up, microimprese e imprese in fase di crescita operanti sul territorio regionale.

Il fondo, operativo fino al 2013, è finanziato in pari misura da UE (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Regione o Stato.

A novembre 2009 anche la Regione Sicilia ha firmato un accordo per la creazione di un fondo JEREMIE, pwe il sostegno finanziario delle Pmi locali e al microcredito, per un ammontare complessivo di 60 milioni di euro In tutti e due casi, il FEI opera come manager del fondo di partecipazione.

Diverso il caso della Lombardia, che sta avviando l’iniziativa attraverso la finanziaria regionale Finlombarda, senza quindi che il FEI venga coinvolto nella gestione.

L’implementazione dell’iniziativa da parte di altre regioni sembra al momento essere ancora lontana. In particolare, un intesa FEI-Marche era attesa all’inizio dello scorso anno ma la mancanza di un accordo su alcune clausole ha fatto in modo che le negoziazioni si interrompessero.

Nell’aprile 2009, anche l’autorità di gestione della Regione Veneto ha chiesto di implementare e gestire un fondo della dotazione di 30 milioni di euro.

La tabella sottostante indica l’attuale stato di attuazione dell’iniziativa nei diversi paesi dell’Unione europea.