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Legge di Bilancio 2020, tutte le misure attese

di Barbara Weisz

11 Ottobre 2019 14:36

Fisco, lavoro, imprese, pensioni: le misure che il Governo inserirà nella Legge di Bilancio 2020 alla luce dei numeri del DEF: piano anti-evasione, cuneo fiscale, IMU-TASI, salario minimo, agevolazioni IRPEF, incentivi Industria 4.0, Web Tax, Opzione Donna.

Prende forma la Legge di Bilancio 2020 il Governo sta prendendo le ultime decisioni sul testo che sarà approvato entro martedì 15 ottobre. Vediamo quali sono le tessere del puzzle che si possono già comporre in base ai numeri e alle anticipazioni fornite.

Si tratta di una manovra da 29-30 miliardi finanziata per metà in deficit, con una stretta all’evasione fiscale che introduce diversi meccanismi innovativi sul fronte della riscossione (es.: compensazioni automatiche sui rimborsi fiscali), un taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, il rinnovo degli incentivi Industria 4.0 con qualche rimodulazione, la proroga di Opzione Donna e APE Social per il 2020, misure di semplificazione fiscale.

=> DEF 2019: 14 miliardi di flessibilità per la manovra 2020

I numeri della manovra

Come detto, sarà una manovra da 29 – 30 miliardi. Circa 14, arrivano dall’asticella del rapporto deficit/PIL 2020, alzata al 2,2%. Altri 7 miliardi sono attesi dalla lotta all’evasione fiscale (uno dei capitoli, al momento, più dibattuti anche in sede di audizioni parlamentari sul Def con dubbi espressi da Upb e Corte dei Conti). Ci sono circa 2 miliardi da spending review, 1,8 di taglio alle agevolazioni fiscali dannose per l’ambiente. Vengono così sterilizzate le clausole IVA, che valgono 23 miliardi (e sono quindi il grosso della manovra). Per il resto, bisogna finanziare spese indifferibili e nuove misure che verranno introdotte (come le proroghe delle agevolazioni fiscali per le imprese). Ci sono 0,6 punti di crescita. Scende leggermente il debito pubblico.

Questi i conti di fondo, che diventeranno più chiari e dettagliati con la presentazione vera e propria della manovra 2020.

Lavoro

Qui c’è una delle novità maggiormente attese, ovvero il taglio del cuneo fiscale.

Un intervento da 2,7 miliardi (come costo in manovra 2020), che comporta un vantaggio medio per i lavoratori di 40 euro netti al mese in busta paga (secondo le prime stime circolate). A regime, significa circa 500 euro all’anno in più (sempre in media). Si prevede una partenza a scaglioni, con la misura in vigore non dall’inizio ma dalla primavera o dalla metà del 2020.

Le risorse stanziate: 0,15 punti percentuali di PIL nel 2020, che saliranno a 0,3 punti nel 2021 (2,7 miliardi per il 2020, 5,4 mld nel 2021). Attesi una serie di elementi importanti, a partire dalla platea dei destinatari.

Fra le ipotesi della vigilia, quella di concentrare il taglio sui redditi fino a 26mila euro, lo stesso tetto del bonus Renzi da 80 euro. Qui c’è una prima precisazione: il taglio del cuneo si aggiunge al bonus Renzi, non lo sostituisce, quindi rappresenta per la stessa platea di riferimento un incremento dello stipendio netto. Resta da capire anche in che modo verrà attuato il taglio: se sarà un credito d’imposta, si concentrerà su un’unica busta paga (diventando una sorta di 14esima mensilità), mentre utilizzando le detrazioni l’aumento si spalma mese per mese.

Altra misura attesa, l’introduzione del salario minimo che, si legge nel Def

aumenterà le tutele per i lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

Il Governo, si legge sempre nel Def, individuerà anche l’equo compenso per i lavoratori non dipendenti. Entrambe le proposte erano anche nel contratto di Governo. resta da vedere se effettivamente verranno inserite in manovra 2020. Sul salario minimo, ricordiamo che la proposta del M5s (ddl Catalfo in commissione lavoro alla Camera) prevede un salario minimo di 9 euro all’ora, mentre quella del Pd (ddl Nannicini, anch’esso in commissione alla Camera), prevede che il minimo sia quello fissato dai contratti collettivi di lavoro.

Il Def annuncia anche misure per la parità di genere nelle retribuzioni. Il veicolo non sarà con ogni probabilità la manovra 2020, c’è una proposta di legge appena presentata dal Pd con alcune misure relative al gender pay gap.

Infine, per la conciliazione lavoro famiglia, annunciata l’intenzione di alzare a dieci giorni il congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare nei primi cinque mesi di vita del figlio.

Fisco

La prima notizia è che non aumenterà l’IVA. Le clausole di salvaguardia da 23 miliardi sono disinnescate. Non si escludono altre tipologie di interventi sull’IVA, come incentivi per chi utilizza pagamenti digitali. Si tratta di un capitolo ampiamente dibattuto, che ha anche considerato l’ipotesi di alzare le aliquote per chi paga in contanti. Se quest’ultima possibilità è stata scartata, resta invece allo studio un meccanismo di incentivazione per chi paga con le carte, con la restituzione di alcuni punti di IVA sull’estratto conto mensile (ad esempio, con uno sconto del 3% sulle due aliquote più basse, che passerebbero rispettivamente all’1 e al 7%).

In generale, la strategia di promuovere i pagamenti elettronici si inserisce nel capitolo lotta all’evasione, favorendo la tracciabilità dei pagamenti. E qui c’è una novità in tema di fatturazione elettronica: verrà estesa ai contribuenti forfettari, almeno in parte.

Qui il discorso si incrocia con la flat tax, una strada che era stata percorsa dal precedente esecutivo e su cui ora si registra invece una marcia indietro. Restano le norma già introdotte, quindi il regime forfettario fino a 65mila euro di ricavi. Ma si estende anche ai contribuenti forfettari l’obbligo di fatturazione elettronica, da cui fino a questo momento erano esentati. In realtà, non si esclude un meccanismo che mantenga una zona di esenzione, con asticella intorno ai 30mila euro, introducendo l’obbligo di fattura elettronica per tutte le altre partite IVA in regime forfettario.

Sempre in tema di flat tax, non entrerà probabilmente in vigore la norma della manovra dello scorso anno sull’aliquota piatta al 20% per le partite IVA fra 65mila e 100mila euro di fatturato: manca ancora il necessario via libero europeo, e l’orientamento sembra quello di un superamento della norma.

Semplificazione IMU-TASI, con l’accorpamento in un’unica aliquota. Un’opera di semplificazione, che però non sembra destinata a tradursi anche in un alleggerimento fiscale.

Proroga detrazioni ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche, mobili, nella misura del 50 e 65%.

Riordino detrazioni: è un capitolo delicato, perché si tratta di recuperare risorse, quindi di tagliare agevolazioni. Oltre a quelle dannose per l’ambiente (quasi 2 miliardi), si studiano altri meccanismi. Non si esclude una riduzione per i redditi più alti, con l’eliminazione sopra una determinata soglia (ad esempio, 100mila euro). Ma in realtà è un capitolo ancora tutto da scrivere. La strategia a lungo termine del Governo prevede una riforma del sistema fiscale che agisca anche sulle aliquote Irpef, ma non si prevede l’inserimento di misure di questotipo nella prossima manovra 2020.

Fra le altre misure che potrebbero essere inserite nel decreto fiscale collegato alla manovra, una riapertura dei termini della rottamazione ter, magari a fine novembre.

Fra le misure in scadenza su cui non si conoscono orientamenti, la cedolare secca al 10% sugli affitti concordati e al 21% sui negozi in scadenza a fine anno.

Pensioni

Poche misure sulla previdenza attese, anche qui la strategia di riforma pensioni complessiva del Governo è di più ampio respiro ma non trova spazio nella legge di Bilancio 2020. In manovra, la proroga dell’Opzione Donna (non si sa in che termini), e dell’APE Sociale (probabile estensione fino al 31 dicembre 2020). Previste prime misure di finanziamento strumenti per le pensione di garanzia dei giovani con carriere discontinue.

Imprese

Proroga di tutti gli incentivi del Piano Industria 4.0: superammortamento, iperammortamento, credito d’imposta ricerca e sviluppo, bonus formazione. Si attendono anche delle rimodulazioni, con una caratterizzazione in chiave green ed economia circolare, nell’ambito dell’annunciato green neaw deal. E non si esclude che le proroghe possano essere di lungo respiro (non di carattere annuale, come fino ad ora). Sarebbe un elemento che va incontro alle richieste delle imprese di avere maggiori certezze sugli strumenti attivabili per programmare per tempo gli investimenti.

Web tax per le multinazionali del settore che spostano i profitti verso giurisdizioni più favorevole. Qui, fra i capitolo ancora senza risposta, la richiesta delle imprese di rendere deducibile al 100% l‘IMU sui capannoni già dal 2020 (attualmente la legge prevede che scatti nel 2023, il Governo ha accettato di anticipare questo termine, ma senza sbilanciarsi sull’inserimento in manovra 2020).

L’iter della manovra

Per quanto riguarda l’iter della manovra, ricordiamo che il Governo deve presentarla entro il 15 ottobre (in genere, fra l’approvazione in CdM e l’approdo dl testo alle camere passa anche una settimana, per cui prima del 20 ottobre difficilmente ci sarà la manovra in Parlamento. In ogni caso, il consiglio dei ministri per l’approvazione della manovra 2020, e del decreto fiscale collegato, è previsto fra lunedì 14 e martedì 15 ottobre.

Poi, come detto, il testo arriverà in parlamento dove inizierà la discussione, l’approvazione definitiva deve avvenire entro fine anno per l’entrata in vigore il primo gennaio 2020.