L’Italia preoccupata del Rapporto Eurispes 2009

di Alessandro Vinciarelli

Pubblicato 30 Gennaio 2009
Aggiornato 14 Febbraio 2012 09:37

Stipendi più bassi d'Europa per gli impiegati e da capogiro per troppi manager, giovani preoccupati per il precariato e assenza di lavoro: è la fotografia del "Rapporto Italia 2009" dell'Eurispes

È stato presentato oggi il “Rapporto Italia 2009” dell’Eurispes, che da ventun’anni fotografa la società italiana.

Una realtà nazionale caratterizzata da stipendi bassi, precariato e assenza di lavoro.

E mentre le retribuzioni in Italia risultano le più basse d’Europa, gli stipendi dei livelli dirigenziali risultano quasi quattro volte superiori a quelli degli impiegati che operano nello stesso comparto.

Un divario che cresce ulteriormente se si guarda ai top manager con compensi 243 volte maggiori delle retribuzioni medie.

Ad essere preoccupati per il problema precariato sarebbero soprattutto i giovani, che in tempo di crisi risentono anche dell’assenza di possibilità lavorative e delle basse retribuzioni. La piaga del lavoro nero continua a colpire soprattutto i lavoratori dai 35 ai 44 anni.

Solo il 12,4% ritiene la flessibilità nel lavoro uno strumento per eliminare la disoccupazione. Per la maggioranza questa peggiora le possibilità occupazionali dei giovani e rende il lavoro più incerto.

Oltre alla difficoltà generale di trovare un’occupazione, il 39,5% dei disoccupati lamenta anche di non riuscire a trovare un posto corrispondente alla propria formazione.

Poco più della metà degli occupati si dichiara soddisfatta del proprio lavoro, mentre il 56,7% non lo è affatto relativamente alla retribuzione, il 49,3% non lo è per l’inadeguatezza delle tutele sindacali, il 61,1% per l’impossibilità di conciliare studio e lavoro ed il 50% per l’impossibilità di avere rapporti con più aziende.

In relazione alla crisi economica che sta attanagliando il mondo intero, nel rapporto si legge di un’Italia che può contare su un sistema bancario solido e su un sistema produttivo fondato su quasi sei milioni di piccole e medie imprese, capaci di farci guardare al futuro con più tranquillità…